LA NOSTRA STORIA
Quello che è ancora oggi il PARTITO SOCIALISTA ITALIANO, tenne il suo CONGRESSO COSTITUTIVO il 14 agosto 1892 alla sala Sivori di Genova, dapprima con la denominazione di Partito dei Lavoratori Italiani (poi Partito Socialista dei Lavoratori Italiani al congresso di Reggio Emilia dell’anno successivo), per assumere definitivamente il nome di Partito Socialista Italiano alle elezioni del 1895.
Fra i padri fondatori del Partito ricordiamo Filippo TURATI che ne guidò l'ala riformista. Resta mirabile il discorso che rivolse nel 1921 agli scissionisti del nascente pci: " Se vorrete fare qualche cosa che rimanga come elemento di società nuova, voi sarete forzati, a vostro dispetto, a ripercorrere completamente la nostra via, la via del socialismo".
Il movimento socialista, nei decenni precedenti, era cresciuto attorno ai circoli, alle società operaie e di mutuo soccorso; mentre in Romagna, dieci anni prima, l’imolese Andrea COSTA – primo socialista eletto al Parlamento Italiano - aveva fondato il Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna che a Genova confluì nel Partito Socialista.
Il PSI diede vita alle Camere del Lavoro e alle Cooperative e ne fece, assieme ai Municipi, gli strumenti del riscatto del mondo del lavoro: è a Ravenna che, nel 1883, Nullo BALDINI costituì la prima cooperativa di lavoro.
Quei primi cooperatori, a partire dal 1884, realizzarono, con immense sofferenze, la bonifica dell’agro romano dove oggi sorge Ostia antica.
La storica sede ravennate del Partito di via Ghibuzza 12, inaugurata il 1° maggio del 1904, fu proprio il frutto del lavoro dei suoi fondatori con il contributo economico dei braccianti di Ostia.
Fra i pricipali fondatori e le figure di primo piano del Partito Socialista vi furono grandi personalità femminili come Anna KULISCIOFF che riunì in sè l'impegno politico e scientifico per una società più giusta battendosi per l'alfabetizzazione come arma necessaria per l'emancipazione delle classi oppresse e delle donne e Maria GOIA, sindacalista e cooperatrice: è intestata a lei la biblioteca comunale di Cervia dellla quale pose le basi nella sua opera di alfabetizzazione; la Kuliscioff e Maria Goia non vennero mai meno al loro impegno nel sostenere strenuamente il convincimento che una società più giusta non possa escludere una partecipazione attiva delle donne e dei ceti più umili. Il loro impegno a favore dell'estensione del voto alle donne fece sì che, nel 1911 nascesse il Comitato Socialista per il suffragio femminile.
Molti furono i socialisti che pagarono con la vita, il carcere e l’esilio la dittatura fascista, fra essi Giacomo MATTEOTTI che si oppose in Parlamento alla dittatura e per questo fu assassinato con inaudita violenza il 10 giugno 1924.
Fu proprio il Partito Socialista il principale sostenitore della REPUBBLICA - nel referendum del 1946 - e della LAICITA' dello STATO.
La rinascita postbellica del PSI vide fra i suoi padri Pietro NENNI, Sandro PERTINI, Giuseppe SARAGAT e Riccardo LOMBARDI.
Lo STATUTO dei LAVORATORI, la NAZIONALIZZAZIONE dell’ENERGIA ELETTRICA, l'avvio del SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE, l'attenzione ai TEMI AMBIENTALI, la SCUOLA MEDIA UNICA, le battaglie e le conquiste dei diritti civili (DIVORZIO, ABORTO, NUOVO DIRITTO di FAMIGLIA) sono fra i principali risultati ottenuti dai socialisti nei governi del primo centro sinistra (1963-1978) che fecero dell’Italia un paese più giusto e più moderno.
Dopo il 1943/45, caduto il fascismo e finita la guerra, sono state tante le occasioni mancate perchè la scissione comunista del '21, una volta chiarito l'errore, così ben vaticinato da Turati, ritornasse nell'alveo del socialismo democratico ed europeo: nel 1956 coi fatti d'Ungheria e la repressione militare dei suoi moti di liberazione dal comunismo, nel 1964 con l'unificazione - voluta da Nenni e Saragat - di socialisti e socialdemocratici, nel 1989 - alla caduta del muro di Berlino che ne separava la parte comunista da quella democratica - con la cosiddetta svolta della Bolognina che portò, nel 1991, allo scioglimento del PCI e alla sua costituzione in PDS. Ma i vincoli interni dei due partiti della sinistra, quello socialista e quello comunista, le ragioni dei quali sarebbe utile al più presto sottoporre a una critica storica senza pregiudizi, impedirono, sull'uno e sull'altro fronte, a uomini di grande visione come Nenni, Craxi e Martelli di compiere l'opera, evidentemente perché sul punto, al di là della cronaca politica, rappresentavano un pensiero minoritario.
Negli anni '80 Bettino Craxi, alla guida del Partito e come capo del Governo, percorse un terreno nuovo e impervio per dare modernità e sviluppo all'Italia e restituirle la dignità di Stato sovrano e risollevare i socialisti da un lento declino; ma la sua azione politica, sempre esposta a forti resistenze, si interruppe con "tangentopoli". E' questo un pezzo di storia sul quale, con le sue luci e le sue ombre, prevale ancora il pregiudizio.
Dal 2008 al 2019 Segretario nazionale del Partito è Riccardo Nencini, gli succede ed è tuttora in carica Vincenzo MARAIO
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