IL N. 11 - NOVEMBRE - 2023 DE  il puntO (leggi/scarica qui) 

DA QUESTO NUMERO

pensare socialista

Nell’Almanacco popolare per l’anno 1882 Andrea Costa pubblicava uno scritto dedicato al socialismo e la donna in cui affermava:
proponendosi l’emancipazione di tutti gli esseri umani nelle loro molteplici manifestazioni, il Socialismo eleverà la donna alla dignità che le spetta. Libero l’operaio, libera l’operaia, libera nel suo lavoro, libera nei suoi affetti. L’avvenire sottrarrà la donna ai capricci brutali del uomo. Emanciperà l’amore. Proteggerà la madre. Tutelerà il fanciullo, assicurandogli un’educazione e un’istruzione che lo rendano in grado di divenire utile a sé e alla società umana.
(dal libro “Andrea Costa e la donna” di Marco Pelliconi l’emancipazione, il riscatto, la questione femminile e il socialismo nelle corrispondenti femminili, negli scritti e nella carte di Andrea Costa)

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A RAVENNA
 puoi sottoscriverle presso la Federazione in via Ghibuzza 12 nei giorni feriali dalle 9,30 alle 12,30 oppure sabato 9 dicembre dalle 9,30 alle 12,00 al tavolo allestito nella galleria della Coop di piazzale Pietro Nenni 1

Verranno tempestivamente pubblicati aggiornamenti per quanto riguarda Faenza, Conselice e Fusignano

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IL N. 10 - OTTOBRE - 2023 DE  il puntO (leggi/scarica qui)

DALLA PRIMA PAGINA

CINQUE PETIZIONI
sostienile con la tua firma

Cinque proposte tematiche sulle quali il Partito Socialista intende basare la propria azione politica

SANITÀ. La legge di Stabilità del 2016 ha spinto la sanità pubblica nella direzione “dell’efficienza economica” a discapito di quella delle prestazioni, creando un danno ai cittadini nella cura della propria salute. Il diritto alla salute è un bene universale da difendere, come ci ricorda il Presidente Mattarella.
Stiamo scivolando nella privatizzazione di tale diritto costituzionale, una pericolosa involuzione che investe e investirà tutto il Paese.
Il Governo ha programmano 20mld di privatizzazioni in tre anni, nel contempo intende procedere a ulteriori tagli sostanziali al Sistema Sanitario Nazionale. Secondo il governo le previsioni di spesa, ora al 6% del pil, dovranno scendere ulteriormente. Ha imboccato quindi la strada del suo definanziamento anziché…

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SALARIO MINIMO
IL CNEL IN SOCCORSO DEL GOVERNO

L’art.36 della Costituzione sancisce il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Il governo Meloni afferma che i lavoratori coperti da accordi contrattuali ufficiali sono il 97% e che il problema investe una ristrettissima platea di lavoratori dipendenti. In verità è così solo formalmente, Banca d’Italia segnala che il 20-30% dei contratti non vengono rispettati, soprattutto nel settori della logistica, ristorazione e lavori di cura. Per tale motivo l’Istat certifica che l’introduzione del salario minimo aiuterebbe 3,5 milioni di lavoratrici e lavoratori che, pur essendo occupati, non percepiscono un salario sufficiente a garantire loro una vita dignitosa.
Molti contratti nazionali sono sottoscritti da sigle di rappresentanza minori o fittizie pensati più per ridurre i costi delle aziende che per tutelare i…

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QUARTIERE PORTO SRAGOZZA BOLOGNA

Alla tribuna della Festa nazionale dell'Avanti! si alterneranno personalità politiche nazionali ed europee ed esponenti del sindacato, dell’associazionismo e del giornalismo. Il confronto con gli ospiti farà dell’evento l’occasione giusta per promuovere, assieme al segretario nazionale Enzo Maraio e al gruppo dirigente del Partito, le campagne politiche socialiste in vista delle elezioni europee del 2024.

programma, come arrivare, parcheggi e alberghi su partitosocialista.it/14217-2/

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IL PUNTO N. 8/9 - AGOSTO/SETTEMBRE 2023 - DE il puntO

DA QUESTO NUMERO

SICUREZZA SUL LAVORO TRA APPALTI E SUBAPPALTI
 

L’utilizzo dei contratti di appalto e subappalto in Italia è in forte aumento. Il mercato del lavoro attuale ha assunto, in maniera sempre più deviata e spietata, quasi unicamente il significato di competizione e concorrenza. Da questa concezione deriva il gravissimo degrado di elementi culturali e materiali e/o l’allentamento dei compiti e ruoli della vigilanza pubblica, risibili investimenti in innovazione, ricerca, istruzione e formazione.
I modelli di organizzazione di impresa sono orientati a diverse forme di esternalizzazioni interne mediante le quali si cedono a terzi parti del processo produttivo, che poi si riacquistano tramite appalti. Nelle stesse aree di lavoro spesso operano contemporaneamente personale di ditte esterne che si interfaccia o interpone con quello interno all'azienda o anche con altro esterno afferente da quelle già presenti. È evidente che…

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FOCE DEL BEVANO
DOPO 50 ANNI SI RIPARLA DI ORTAZZO E ORTAZZINO


Riteniamo che la tutela ambientale e la salvaguardia delle aree di pregio naturalistico siano un dovere e un diritto, e rappresentino la buona politica. Eppure dopo cinquant’anni si riparla di Ortazzo e Ortazzino.
Ci domandiamo perché il Comune non sia intervenuto nell’acquisto dell’area previsto nel programma elettorale di maggioranza, ma soprattutto perché una società immobiliare abbia acquistato un terreno dove ci si assicura non si consentirà costruire?
Tanto clamore per nulla verrebbe da dire, se non fosse per il fatto che la notizia non sarebbe neppure uscita senza l’intervento di Italia Nostra.
Vogliamo credere che mai e poi mai verranno rilasciate autorizzazioni a edificare, così come del resto già non viene consentito nel Parco del Delta in cui l’area è inserita.
A questo punto, se tutto ciò è vero, ci chiediamo perché mai si dovrebbero impegnare risorse finanziarie pubbliche per riacquistare quel terreno…

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SOSTIENI LA PROPOSTA

firma la petizione per una rapida approvazione della proposta
di legge "Disposizioni per l’istituzione del salario minimo"

Sul sito salariominimosubito.it prosegue la raccolta di firme a favore dell’introduzione di un salario legale a nove euro lordo all’ora. Sin ad ora le sottoscrizioni hanno abbondantemente superato  la quota di 250.00mila, l’obiettivo è raggiungere il milione entro settembre. Per aderire basta fornire nome, cognome, codice di avviamento postale e una mail.

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DEDICATO A VITTORIA NENNI

Sulla pagina del suo diario del 29 maggio 1945, Pietro Nenni appuntò una notizia che mai avrebbe voluto scrivere: “Una lettera di Saragat a De Gasperi conferma la notizia della morte di Vittoria. Ho cercato di dominare il mio schianto e di mettermi in contatto con De Gasperi che però era al Consiglio dei ministri”.
Così De Gasperi che, appena finita la riunione, si diresse a piedi verso la sede dell'Avanti! “in quel breve tratto pensai che cosa un padre (aveva tre figlie, ndr.) potesse dire a un altro padre. A furia di pensare arrivai alla porta, feci la scala, arrivai all'ufficio: aveva già capito tutto. Ci trovammo abbracciati, a piangere assieme”.
Vittoria, affettuosamente chiamata Vivà, era la terza delle quattro figlie (Giuliana del 1911, Eva, detta Vany, del 1913 e Luciana del 1921) di Nenni e di Carmen Emiliani. Vivà aveva concluso la sua vita terrena dopo sofferenze e umiliazioni disumane il 15 luglio 1943 nel campo di sterminio nazista di…

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IL N. 7 - LUGLIO 2023 - DE il puntO (leggi/scarica qui)

DALLA PRIMA PAGINA



A SINISTRA CON LE NOSTRE IDEE

Gli Stati Generali del Socialismo Italiano che si svolgeranno il 22 e 23 luglio prossimi a Roma non sono l’occasione di un bilancio della nostalgia, ma l’opportunità di dare un contributo di idee e proposte per contribuire a rafforzare quell’area politica laica, ecologista e riformista che è presente nel Paese ma che non è rappresentata da nessun movimento o partito che ne interpreti le istanze.
Gli Stati Generali rappresentano la tappa di un percorso politico che deve essere il più ampio possibile, a tal fine sottoporremo una piattaforma programmatica per intraprendere un percorso comune che, oltre a coinvolgere cittadini e militanti, si apre ad un confronto con tutte quelle aree del socialismo in vario modo organizzate, a partire dalle Fondazioni, ma anche dalle tante associazioni culturali e movimenti che si riconoscono nei valori del socialismo: la strenua difesa dei diritti…

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IL N. 6 - GIUGNO 2023 - DE il puntO (leggi/scarica qui)

DA QUESTO NUMERO

LE ALLUVIONI

IL RUOLO DEI SOCIALISTI NEL POLESINE. La storia del Polesine è il racconto di secolari e pesanti ingiustizie, con la forbice drammatica tra un latifondo monopolista e decine di migliaia di persone condannate ad una stentata sopravvivenza, ma non per questo rassegnate. La trama di fine ottocento è caratterizzata da straordinarie azioni sindacali che proseguirono anche dopo con l’avvento del fascismo. Fu una figura polesana come quella del socialista Giacomo Matteotti ad opporsi in modo indomito alla dittatura, pagando con la vita.
La storia fu fatta non solo da protagonisti di primo piano ma anche da milioni di persone senza storia che ogni giorno ripartirono con coraggio e tenacia superando ogni difficoltà. I polesani l’avevano dimostrato da ben prima della Grande alluvione in occasione della quale prevalsero il grandioso orgoglio e la capacità di riscatto di quella che era stata definita la…

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ASSEMBLEA PROVINCIALE DEGLI ISCRITTI

A un’assemblea molto partecipata il segretario provinciale
Francesco Pitrelli ricorda l’importante lavoro svolto e indica gli ambiziosi
programmi futuri. Di seguito una sintesi della sua relazione

Russi 25 giugno 2023

L’obiettivo principale delle iniziative del Partito o della sua partecipazione a quelle altrui, a partire dal congresso provinciale del novembre scorso, è stato quello di essere il più possibile presenti sul territorio per riavviare il contatto con i cittadini, le associazioni, le istituzioni e gli altri partiti: a gennaio abbiamo partecipato a Fusignano alla commemorazione per i cento anni dall’assassinio per mano dei fascisti del sindaco socialista Battista Emaldi, e a febbraio a Ravenna alla manifestazione per sostenere la resistenza Ucraina; ad aprile abbiamo organizzato a Ravenna l’evento “Per una sanità pubblica accessibile, equa, universale” durante la quale ci siamo confrontati con i sindacati del settore, e a maggio a…

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I 100 ANNI DEL PCI DI RAVENNA. L'OPINIONE DEI SOCIALISTI
nell'intervento di C. Lorenzo Corelli alla presentazione del libro
(leggi/scarica qui l'intero intervento corredato di testi e foto)

ALCUNI BREVI STRALCI

... Non sono certo il solo a ritenere che sul piano politico e storiografico il centenario del Partito Comunista sia stato un’occasione perduta per riflettere senza i veli ideologici del passato su ciò che rappresentò l’ubriacatura leninista sfociata nella scissione comunista al Congresso Socialista di Livorno del 1921; una scissione politicamente superflua visto che già la maggioranza nazionale del Psi era detenuta dall’ultra-leninista corrente massimalista (non in provincia di Ravenna dove prevaleva la corrente riformista e non a caso fu particolarmente accanito lo squadrismo fascista); è in questo contesto di frattura socialista e di radicalizzazione della lotta politica che il fascismo trasse alimento e incontrò il favore e il sostegno necessari ad imporsi.
Ma le conseguenze di…

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IL N. 5 - MAGGIO 2023 - DE il puntO (scarica/leggi qui)

DALLA PRIMA PAGINA DI QUESTO NUMERO

SOLIDARIETÀ SEMPRE

 È in corso, in collaborazione tra la Federazione del Psi di Ravenna e le altre Federazioni Socialiste della regione, una raccolta di viveri e prodotti per sostenere le persone colpite dall'alluvione nella nostra provincia. I prodotti acquistati, raccolti presso la sede socialista faentina di Corso Mazzini 85, saranno in distribuzione alla cittadinanza dei comuni di Faenza, Conselice e Sant’Agata sul Santerno il 3 giugno.

I cittadini ravennati non possono che ringraziare la cooperativa C.A.B.TER.RA. e i suoi soci che hanno permesso di immettere nei loro 200 ettari di campagna l’acqua del canale Magni per evitare l’allagamento dell’intera città. La CAB è stata la prima cooperativa agricola nata in provincia di Ravenna. Le sue origini risalgono al 1883 quando il 17 ottobre il socialista Nullo Baldini, assieme ad un gruppo di 40 braccianti, costituì una società anonima…

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Il ruolo della scuola nella formazione di una cittadinanza europea è il tema della conferenza organizzata dai socialisti a Fusignano (RA) con il coinvolgimento delle Istituzioni, del Movimento Federalista Europeo e dell'Anpi.
Scuola e cultura come strumenti di emancipazione e di cittadinanza consapevole, sono i cardini per una Europa solidale e dei cittadini che rifiuta i populismi e il restringimento della democrazia.
Ecco perché si comincia da Fusignano, terra di solida vocazione antifascista, che pochi mesi fa ha ricordato con grande partecipazione il centenario dell'assassinio per mano dei fascisti del suo sindaco socialista Battista Emaldi.

IL TUO SOSTEGNO È IMPORTANTE
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E IL 5x1000 ALLA FONDAZIONE SOCIALISMO

 
Non comporta alcun costo: si tratta della destinazione
di una quota di quanto già dovuto ai fini Irpef

IL N. 4 - APRILE 2023 - DE il Punt(leggi/scarica qui) 

IN PRIMA PAGINA DI QUESTO NUMERO

 I regimi fascisti europei consegnarono i propri concittadini ai carnefici nazisti. Nazisti e fascisti si macchiarono di un crimine che non può conoscere oblio, né può essere ammesso nessun cedimento alle manifestazioni di intolleranza e di violenza, nessun arretramento nella tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, fondamento del nostro convivere pacifico. L’odio, il pregiudizio, il razzismo, l’estremismo e l’indifferenza, il delirio e la volontà di potenza sono in agguato. La memoria dell'Olocausto rimane un monito perenne che non può essere evaso.

Il Presidente della Repubblica Mattarella in visita al campo di sterminio di Auschwitz

IL SACRIFICIO DI CHI FECE LA RESISTENZA

La strage delle fosse Ardeatine  segna la memoria e l'identità di Roma. Il ricordo esce sulle colonne de l'Avanti!  il 19 agosto 1944, cinque mesi dopo la strage, a due mesi e mezzo dall'ingresso delle truppe alleate nel perimetro cittadino. Una delle vittime fu il giovane partigiano militante socialista Giuseppe Lo Presti espressione di una leva in ascesa che aveva attraversato il fascismo con la consapevolezza di doversi distaccare dalle forme del regime. Dopo l'armistizio prese fattivamente parte alla guerra di liberazione. Catturato il 13 marzo 1944, venne lungamente torturato ma resistette stoicamente alle sevizie salvando così la vita a numerosi suoi compagni, dieci giorni dopo l'arresto fu ucciso nell'eccidio delle fosse Ardeatine nelle dinamiche della rappresaglia nazifascista per i morti di via Rasella. Lopresti ha appena 25 anni, diverrà il simbolo di una giovane vita spezzata per la lotta di Resistenza senza se e senza ma. Gli verrà conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
“Le donne partigiane ebbero un ruolo molto importante nella resistenza, seppero essere parte essenziale e letteralmente costituente del  processo di rinascita nazionale”. Liliana Segre.
Furono moltissime le partigiane che misero in gioco la loro vita per liberare l'Italia dal nazifascismo, il loro contributo pur se molto meno noto di quello maschile - poche di loro ricevettero riconoscimenti ufficiali -  fu fondamentale per la Liberazione del nostro Paese. Sono rose, fiorirannolo slogan utilizzato per l'iniziativa nazionale organizzata in occasione delle celebrazioni del 25 aprile che ha visto coinvolti i comitati provinciali e le sezioni dell'Associazione dei partigiani con la grande partecipazione di cittadine e cittadini.
È stata deposta una rosa in ogni luogo del martirio delle antifasciste e delle partigiane torturate o uccise, una luce accesa sul sacrificio di tante donne e uomini da cui sono nate la Repubblica e la Costituzione. Un gesto per affermare che ciò che è stato seminato da coloro che hanno combattuto per la libertà può ancora prosperare e servire da ispirazione per il futuro, non dimenticando mai la storia passata.
Settantamila furono le attiviste organizzate nei Gruppi di difesa della donna, trentacinquemila le combattenti, circa mille persero la vita e più di settemila vennero deportate o arrestate in patria. Quanto ai ruoli ricoperti, il più comune fu quello di staffette: sfidavano il fuoco nemico per portare preziosi documenti e importanti informazioni alle unità partigiane. Si dedicavano inoltre alla cura e al ricovero dei feriti, svolgevano perlustrazioni e rifornivano i partigiani di armi, vestiti e viveri. Molte svolsero attività di propaganda anti-nazista, organizzarono manifestazioni e scioperi, pianificarono sabotaggi e reperirono fondi, ciò permise loro di emergere socialmente e diventare soggetto politico tanto da ottenere il diritto di voto con il decreto legislativo del primo febbraio 1945. Le donne italiane votarono così per la prima volta il 2 giugno 1946 in occasione del referendum per la scelta tra monarchia e Repubblica.
La lotta di resistenza dei tanti e delle tante, tra i quali giovani e giovanissime, che combatterono nei mesi cruciali della guerra civile contro il fascismo deve essere un monito: non lasciare che il sacrificio della loro vita possa andare perduto o cancellato perché nessuno delle partigiane e dei partigiani sia morto invano. Il numero degli uomini e donne impegnate nella lotta partigiana è stato stimato attorno alle 240.000 unità, a ognuno di loro dobbiamo la fondazione della nostra Repubblica che sancì la nascita dell’Italia democratica e antifascista.

A RAVENNA LA SETTIMANA CHE INZIA PARLA SOCIALISTA

Lunedì 17 aprile alle 15:30 alla biblioteca Oriani
LE STAGIONI DEL RIFORMISMO da Nullo Baldini a Mondoperaio ...
Presiede Valentna Casini, intervengono Alessandro Luparini e Paolo Pombeni, conclusioni di Gennaro Acquaviva (Fondazione Socialismo) e presentazione della digitalizzazione di Mondoperaio.
A seguire, la presentazione del volume di Antonio Vasari e Gennaro Acquaviva Craxi e il ruolo dell’Italia nel sistema internazionale (il Mulino 2022), in dialogo con Michele Marchi e Lucrezia Ranieri.

 VENERDÌ 21 APRILE ORE 17:30
   Hotel Cube via Luigi Masotti 2 Ravenna 

Aprono l’incontro Francesco Pitrelli e Luigi Sica.
Moderati da Pierdomenico Lonzi, intervengono Francesco Feletti, Paolo Palmarini, Sandro Vasina e Francesco Ventura.

Conclude i lavori Francesco BRAGAGNI

IL N. 3 - MARZO 2023 DE il PuntO
(leggi/scarica QUI il puntO e QUI l'inserto)

I SOCIALISTI ADERISCONO ALL'APPELLO
A SOSTEGNO  DELLA  SANITA' PUBBLICA
vi invitiamo a sottoscrivere l'Appello
che potete leggere girando pagina 

La salute è un diritto fondamentale per tutte le persone che la nostra Costituzione tutela e che lo Stato deve garantire.

Inizia così l’Appello rivolto al ministro della Salute, lanciato da rappresentanti delle istituzioni, del mondo del lavoro e della politica per chiedere al Governo di intervenire al più presto per sanare le gravi difficoltà in cui versa la sanità pubblica. Forte è il rischio che non sia più garantito di quel diritto universale alla salute sancito dalla Costituzione. La crisi, accentuata dagli anni della pandemia, è figlia di anni di tagli ai finanziamenti e ora i nodi stanno venendo al pettine.
Servono una serie di provvedimenti urgenti, il primo è riportare la spesa nazionale per la sanità al 7% di Pil.
Il Partito Socialista ha aderito convintamente all’Appello affinché il governo intervenga al più presto per arginare la grave crisi che sta vivendo la sanità pubblica ed invita tutti i cittadini a sottoscriverlo. Sono già circa diecimila coloro che l’hanno fatto, a conferma di quanto sia diffusa la preoccupazione per lo stato di salute del sistema sanitario.
Il Partito Socialista è già intervenuto pubblicamente in merito all’Autonomia differenziata proposta dal ministro Calderoli, che considera un vero e proprio vulnus al tessuto costituzionale in tema di garanzia della dignità individuale dei cittadini, in particolar modo nella tutela del diritto alla salute. Gli indirizzi della legge di bilancio di questo Governo vanno nella direzione opposta rispetto alla gestione del sistema universalistico, in presenza di un sistema basato fondamentalmente su flat tax e condoni e in assenza di una seria lotta all’evasione fiscale.
Noi socialisti crediamo in una società equa e giusta nella quale tutti possano usufruire dei servizi a cui hanno diritto indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali.

L'APPELLO

LA SANITA' PUBBLICA E' SOTTO ATTACCO
DIFENDIAMOLA!

 

Rispetto alla riforma del 1978 c’è stato un cambiamento demografico non ancora metabolizzato in modo adeguato: siamo una società invecchiata e che invecchierà ancor di più. Sono anni che lo Stato non investe quanto necessario in termini di risorse finanziarie, professionali, riforme. L’impatto della pandemia sull’intero sistema aveva aperto la speranza per adeguati investimenti sul servizio sanitario. Così non è avvenuto, quanto meno in termini congrui.
Un sistema già indebolito, costretto a dare priorità alla gestione della pandemia, ha raggiunto risultati efficaci grazie allo straordinario impegno professionale, ma contestualmente si è infiacchita la capacità di risposta assistenziale ai bisogni delle persone, le liste d’attesa sono incrementate, l’accesso a prestazioni a pagamento è aumentato in modo esponenziale, il ricorso a sistemi assicurativi è stato stimolato e, più in generale, è aumentato l’abbandono delle persone fragili per salute, età, condizioni economico-sociali. All’impatto pandemico si sono aggiunte le ricadute economico-finanziarie dovute alla guerra in Ucraina, l’inflazione, il caro bollette, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria delle Regioni, dei Comuni e delle famiglie.
Siamo di fronte ad un pericolo incombente: il superamento dell’universalismo sanitario del SSN con l’avvio di fatto di un universalismo selettivo la cui conseguenza sarà una sanità che si rivolge prioritariamente ai poveri, progressivamente più povera, aggravando quelle diseguaglianze che sempre più caratterizzano il nostro Paese.
È unanimemente riconosciuto che già oggi le differenze inaccettabili nella società, in rapporto a istruzione, condizioni di vita e di lavoro, età e genere portano anche a diseguaglianze di salute.
Le persone socialmente più disagiate si ammalano di più ed hanno maggiori difficoltà di accesso tempestivo a servizi di buona qualità. La fine dell’universalismo peggiorerà ulteriormente le cose.
Serve con urgenza un coordinato insieme di provvedimenti con l’obiettivo di:
- avere più medici, infermieri, personale sanitario e assistenziale per garantire accesso ai servizi, recupero liste d’attesa, riorganizzazione dei servizi   territoriali. Personale adeguatamente formato e valorizzato, riconoscendone il ruolo strategico e adeguando salari, diritti, progressioni di carriera;
- rafforzare l’assistenza territoriale per dare concretezza alla presa in cura delle persone, sostegno ai caregiver, integrazione sociale e sanitaria per garantire la domiciliarità.  Particolare attenzione va posta alle aree interne, montane e collinari;
- rivedere l’organizzazione della medicina generale e pediatrica di libera scelta e assicurare l’operatività di team multi professionali;
- mettere in sicurezza gli ospedali a partire dai PP.SS e dall’Emergenza-Urgenza;
- fare realmente delle Case della Comunità una sede in grado di semplificare l’accesso ai servizi, un luogo di partecipazione dei cittadini, del volontariato, del terzo settore;
- rafforzare i dipartimenti di salute mentale, prevenzione, sicurezza sui luoghi di lavoro;
- rivedere e innovare anche i percorsi formativi con maggiore collaborazione fra SSN e Università;
- investire in ricerca pubblica e intervenire sul mercato farmaceutico. L’opposto della recente riforma di Aifa.
Riforme a scala nazionale, rafforzamento dell’universalismo nell’accesso ai servizi hanno un valore insostituibile ma necessitano di maggiori risorse. Poiché il Paese non può indebitarsi ulteriormente, se vogliamo evitare il ritorno a sistemi mutualistici-assicurativi, queste risorse vanno reperite con un sistema fiscale equo e progressivo.
I segnali che emergono dalla legge di bilancio di questo Governo vanno in direzione opposta: risorse nettamente insufficienti per servizi sociali e sanitari, l’espansione della flat tax, i condoni e il sostegno all’evasione fiscale.
Ancora più preoccupante l’accelerazione del percorso legislativo per introdurre, anche in Sanità, l’Autonomia differenziata. Premessa per una dirompente risposta frastagliata, Regione per Regione, a problemi trasversali che riguardano l’intero sistema sanitario e che da tempo richiedono una risposta unica e nazionale: un altro grimaldello per abbattere l’universalismo e per consolidare le disuguaglianze regionali che caratterizzano da sempre il nostro SSN.
I necessari provvedimenti per la messa in sucurezza del nostro Servizio Sanitario Nazionale non sono più rinviabili. IL MOMENTO E' ORA!

Puoi sottoscrivere l'Appello On line su: https://www.change.org/p/per-la-sanità-pubblica

SERVE UNA NUOVA PRIMAVERA SOCIALISTA
L'AVANTI! DELLA DOMENICA OGNI SABATO DI NUOVO NELLE EDICOLE
A RAVENNA IN VIA MAGGIORE E INOLTRE, A PARTIRE DAL 1° APRILE,
IN PIAZZA DEI CADUTI COME PURE A FAENZA DAVANTI AL DUOMO

L’Europa e l’Italia hanno ancora bisogno della Socialdemocrazia e, dunque, del Partito Socialista Italiano che, per questo, prepara con cura gli Stati Generali del Socialismo Italiano che si terranno prima dell’estate.
Da mesi, infatti, la vita del Partito è scandita da cambiamenti e da eventi – tuttora in corso – sia di natura organizzativa che di rilevanza politica ed ideale.
I primi hanno riguardato i gruppi dirigenti regionali e provinciali usciti dai congressi di novembre 2022/febbraio 2023, nei quali, assieme alle conferme, si è registrato un processo di ricambio generazionale e di genere di elevata qualità.
I secondi riguardano i temi di un’agenda socialista che si rinnova sempre però con il fine della giustizia sociale a difesa dei più deboli e delle libertà. Temi sui quali sono coinvolte numerose strutture locali, associazioni e singoli esponenti rappresentativi del mondo socialista, sindacale, della cultura e delle Università.
Dopo Terni con gli amministratori locali, Roma sulla scuola, Taranto sul Mezzogiorno e di nuovo Roma su “la sinistra riparte dalle donne”, il 26 marzo a Bologna si discute di lavoro, sviluppo e welfare.
A tutto questo si affiancano nella provincia di Ravenna altre iniziative sull’Autonomia differenziate, la  scuola, le politiche di genere e, il 21 aprile, la sanità.

Ci sono novità anche per quanto riguarda la stampa socialista: dal 25 febbraio ha ripreso le pubblicazioni in forma autonoma l’Avanti! della domenica che si affianca così a Mondoperaio e all’Avanti! online.

Una stagione davvero entusiasmante per noi socialisti, alla quale, prima dell’estate, si aggiungeranno altri eventi:
-  il 17 aprile alla Biblioteca Oriani di Ravenna con Gennaro Acquaviva su “Le stagioni del riformismo socialista”;
- il 20 maggio a Faenza un convegno – organizzato da Anpi e Comune, in collaborazione con la Fondazione Nenni e il Psi - su “Pietro Nenni dalla guerra civile spagnola alla Repubblica”, al quale presenzierà il segretario nazionale del Partito Enzo Maraio. 

Bologna 25 febbraio 2023


un gruppo di congressisti davanti alla sede del congresso

FRANCESCO PITRELLI E MARGHERITA CALZONI
ELETTI IN CONSIGLIO DIRETTIVO REGIONALE PER LA FEDERAZIONE DI RAVENNA

(vedi/scarica qui gli organismi eletti dal congresso)

FRANCESCO BRAGAGNI ELETTO SEGRETATARIO REGIONALE
DEL PARTITO SOCIALISTA DELL’EMILIA ROMAGNA
‘Obiettivo è la rielezione di un socialista in Regione’

Francesco Bragagni, 35 anni, avvocato, assessore alla legalità del Comune di Rimini è stato eletto segretario regionale del Psi dell’Emilia Romagna.
“La mia gioia per l’elezione a segretario regionale dei socialisti emiliano romagnoli - ha detto – si aggiunge alla soddisfazione che, dopo un dibattito animato e vivace, è prevalsa la prospettiva ampia e la visione di futuro di una proposta che pone al centro i giovani e le donne e le loro aspettative per una società più giusta e meno diseguale.
Mi metterò subito al lavoro per un obiettivo che deve accomunarci tutti: la rielezione, tra due anni, di un socialista in consiglio regionale, preceduta dall’affermazione in tanti comuni al voto nei prossimi mesi.
Ringrazio tutte le compagne e tutti i compagni che mi hanno sostenuto, sacrificando tempo ed energie, e che hanno condiviso e condivideranno con me non solo un percorso politico, ma una sincera amicizia e solidarietà.
Se sapremo mettere questo impegno, questa passione e questa dedizione anche nei prossimi anni, sono sicuro che le storiche battaglie socialiste, da Sanità e Scuola pubblica a Giustizia giusta e diritti civili e sociali garantiti, saranno più facili da vincere”.

Congratulandosi con Francesco Bragagni, il segretario nazionale del Psi Enzo Maraio gli ha rivolto parole di fiducia e incoraggiamento: “Andiamo avanti – ha detto - sulla strada della autonomia e dell’identità socialista per costruire una grande area socialdemocratica e riformista”. 

Verso gli Stati generali del
SOCIALISMO ITALIANO

MEZZOGIORNO E SOCIALISMO
Le sfide dal Sud per il Paese

Domenica 26 febbraio 2023, per l’intera giornata, terremo a Taranto un incontro politico sul Mezzogiorno, per confrontarci sulle sfide che dovremo affrontare per il Sud e per l'Italia, soprattutto in considerazione della recente approvazione del provvedimento sull'autonomia differenziata da parte del Governo Meloni (CLICCA QUI PER SCARICARE IL PROGRAMMA)*.
E siamo già impegnati per organizzare un analogo meeting a Bologna, per la fine del prossimo mese di Marzo, sull'importante tema del "Lavoro, sviluppo e welfare".
La storia del Socialismo italiano, che è anche la storia dell'Italia, è fortemente legata al meridionalismo con una lunga pagina di conquiste e sconfitte dei contadini, dei lavoratori, della povera gente, che, in questi tempi difficili, necessitano di valori da difendere e battaglie nuove da combattere con proposte rinnovate. La conoscenza della storia del passato aiuta ad affrontare i problemi del presente.
Con la iniziativa di Taranto, pertanto, intendiamo contribuire a tracciare una nuova strada per il centrosinistra, che rimetta il Sud e le sue potenzialità al centro dell'agenda politica. Lo faremo con un confronto tra i nostri dirigenti, amministratori locali, sindacalisti, giornalisti, accademici e vari esponenti del socialismo italiano, discutendo di Ilva, ambiente, infrastrutture, portualità, turismo, terziario, industria, cultura, lavoro e non solo.
L'evento sarà interamente trasmesso in diretta sulle pagine social del Psi.

* questo il link: https://www.partitosocialista.it/in-evidenza/socialismo-e-mezzogiorno-programma-taranto-domenica-26-febbraio/ 

IL N.2 - FEBBRAIO 2023 DE il PuntO  (leggi/scarica qui) 

DA QUESTO NUMERO

“ANDARE AL POPOLO” Andrea Costa

Il 28 gennaio si è tenuto a Terni il forum nazionale del Partito che ha visto la partecipazione di centinaia di amministratori socialisti protagonisti di un confronto sui principali temi di interesse degli enti e delle comunità locali per rilanciare la loro azione sui territori. Una ulteriore tappa che conduce agli Stati Generali del Socialismo, la prima di una lunga serie di iniziative in programma nei prossimi mesi. Sono intervenuti il Presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini, il Sindaco di Bologna Lepore, Matteo Ricci Presidente della Lega delle Autonomie Locali Italiane e Sindaco di Pesaro.
La sintesi dell’intervento del segretario nazionale Maraio.
Da Terni parte la sfida dei socialisti guardando a una prospettiva che è quella di un cambio di passo dal basso fuori dai Palazzi, tra la gente, con lo sguardo rivolto a quelle istituzioni centrali che sono il paradigma della governabilità delle comunità locali per raccogliere fino in fondo le opportunità del Pnrr. Lo facciamo sotto la spinta dello slogan Andare al Popolo, il senso che Andrea Costa diede: un partito di popolo capace di ispirarsi sempre a principi e interessi generali.
Non manca ai socialisti lo sguardo storico sul valore dei municipi e su quella forza determinante che, pur nelle diversità, ha tenuto insieme l’Italia. Il buon governo delle amministrazioni locali è legato alla qualità degli amministratori che sono la vera interfaccia tra cittadini e istituzioni, anche se da tempo i Comuni si trovano in un una fase di cortocircuito perché, pur avendo la competenza di rispondere ai bisogni dei cittadini, non dispongono dei fondi necessari per erogare compiutamente i servizi primari. Sono costretti a fare bilanci creativi a causa di trasferimenti straordinari non assegnati. Per poterli garantire è necessario  utilizzare al meglio i fondi europei: serve un piano straordinario di concorsi per rinforzare le piante organiche sempre più ridotte e un’unica stazione appaltante per semplificare le procedure. Le province sono state erroneamente cancellate, la sfida è quella di ridare loro piena funzionalità che come era valida nel 2019 lo è ancora, in quanto le Regioni si ritrovano ad essere enti di gestione e non di programmazione.
Ci batteremo per una nuova fase del socialismo municipale e per garantire la dignità e i diritti di tutti i cittadini. In un momento in cui è necessaria una più forte presenza dello Stato a garanzia dei bisogni  primari, servono forti investimenti sui servizi pubblici nell’intero territorio nazionale.

IL PSI DI RAVENNA ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE
CONTRO L’AGGRESSIONE RUSSA DELL’UCRAINA


La Federazione provinciale di Ravenna del Partito Socialista
ha aderito alla manifestazione organizzata dall’associazione
Malva contro la guerra russa e in favore della resistenza ucraina

Come socialisti siamo sempre dalla parte degli aggrediti, ed è per questo che manifesteremo il nostro sostegno al popolo ucraino e alla sua resistenza con la marcia di domenica 26 febbraio che partirà alle ore 15:00 dalla stazione ferroviaria per raggiungere piazza del Popolo. Riteniamo fondamentale l’aiuto che l’Italia e i Paesi dell’Unione Europea continueranno a fornire affinché l’Ucraina possa liberare il proprio territorio dagli invasori russi. Siamo convinti che una pace giusta sia possibile se l’Europa assumerà il ruolo che le compete nel farsi autorevole mediatrice allorquando, finalmente, l’aggressione cesserà.

A PRIMAVERA UN INTENSO PROGRAMMA DI INIZIATIVE
PER UNA RINNOVATA PRESENZA SOCIALISTA SUL TERRITORIO

È questa la precisa volontà emersa dall’Assemblea provinciale degli iscritti del Psi di Ravenna tenutasi il 13 febbraio che ha discusso e 
approvato le proposte del segretario Francesco Pitrelli

Tra i presenti all’Assemblea è risultato particolarmente intenso e approfondito il dibattito sulla questione dell’autonomia regionale differenziata, dalla quale emergono molteplici problematiche e criticità sia istituzionali che legate in particolare alla sanità e alla scuola.
Sono queste le principali ragioni per le quali La Federazione provinciale del Psi ha già iniziato a raccogliere le firme sulla proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare per il mantenimento delle competenze in capo allo Stato.
L’Assemblea ha inoltre aderito alla proposta del segretario di organizzare per la prossima primavera, nel nostro territorio, iniziative sia locali che di carattere regionale su temi come la sanità, la scuola, le politiche di genere e le infrastrutture, dove porteremo le nostre idee e proposte, confrontandoci con associazioni e sindacati.
A chiudere il programma di iniziative primaverili locali sarà una ASSEMBLEA DEL SOCIALISMO, un evento che richiami tutti coloro che si riconoscono nei valori del socialismo riformista, in previsione dell’evento nazionale degli Stati generali del socialismo italiano.
Il dibattito si è infine spostato sull’imminente congresso regionale del Psi che si terrà a Bologna il 25 febbraio; i delegati della Federazione di Ravenna sono Francesco Pitrelli, Massimo Corbelli, Margherita Calzoni e Jacopo Cavina.

AUTONOMIA DIFFERENZIATA.
NELLA SANITÀ È UN VULNUS COSTITUZIONALE

Pierdomenico Lonzi

Il  testo del Ddl  Calderoli prevede la possibilità di attribuire alle Regioni a Statuto ordinario ulteriori e particolari forme di autonomia sulla base di un intesa tra Stato e Regioni, nell'ambito di alcune materie ora di esclusiva competenza legislativa dello Stato, e di tutte le materie che l'art 117 della Costituzione  attribuisce come competenza concorrente tra Stato e Regioni, compresa la sanità.

Il processo di questo regionalismo differenziato è iniziato nel 2017 con alterne vicende per tre legislature e cinque diversi governi. Le Regioni che hanno intrapreso tale percorso sono Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna.
l testo presentato ha alcuni punti che rappresentano un vero e proprio vulnus al tessuto costituzionale in tema di garanzia della dignità individuale dei cittadini, in particolar modo nella tutela del diritto alla salute in quanto, come recita l'art 32  “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività”.

Il  Ddl rappresenta inoltre un vero e proprio stravolgimento dei criteri, dei principi e delle modalità  organizzative della legge del 1978 che istitutiva il Servizio Sanitari Nazionale. Esautora del tutto il ruolo del Parlamento: i rappresentati dei cittadini non avranno infatti alcun voce in capitolo su questioni decise dal governo nella trattativa con le regioni, in quanto tali intese saranno definite in concerto tra Ministero degli Affari Regionali e Regioni, mentre il Parlamento potrà esprimere solo un parere, non vincolante, entro 60 giorni dall'intesa. Parere quindi che potrà essere tenuto in conto con assoluta discrezionalità da parte del governo. Lo stesso Parlamento potrà infine esprimere un voto di ratifica di tale intesa, una volta raggiunta, senza alcuna possibilità di  emendarla.
I LEP, ovvero le prestazioni assistenziali che il SSN è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket, che devono essere definiti in tempi certi entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge, saranno stabiliti da una apposita commissione e non dal Parlamento. Le funzioni alle Regioni potranno essere attribuite dopo le definizione dei Lep ma senza attendere la loro attuazione. L'autonomia precederebbe in tal modo il recupero del divario tra le varie aree del Paese, è evidente che questo non potrebbe che accentuare le gravi criticità legate in particolare alla cronica carenza di personale.
Già oggi i livelli essenziali delle prestazioni hanno un adempimento altamente differenziato, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna tra l'87% ed il 93%, Regioni del Centro Sud tra il 56% ed il 76% . In più tutte le regioni del Centro Sud, esclusa la Basilicata, sono nelle condizioni di un profondo disavanzo di bilancio o addirittura, come il Molise e la Calabria, commissariate.

E' evidente che la proposta Calderoli  rappresenta un’ ulteriore spaccatura del Paese e la differenziazione dei cittadini al diritto Costituzionale alla tutela della Salute.
Il nostro Paese ha sottoscritto con l'Europa il PNRR che con l’erogazione di 200 miliardi pone l’obiettivo prioritario di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali!
Su questi temi i Socialisti di Ravenna  sono aperti al confronto con un’ iniziativa già in calendario con le rappresentanze di chi opera in prima linea per la tutela della salute dei cittadini. Intendono così confermare quel ruolo  che ha caratterizzato da sempre le loro lotte a tutela dei diritti di TUTTI CITTADINI.
*responsabile provinciale sanità Psi 

AUTONOMIA DIFFERENZIATA: SCUOLA ITALIANA A RISCHIO
L’autonomia differenziata è tutt’altro che innocua: le Regioni potranno incidere sul tipo
di cultura che la scuola produce e trasmette col risultato che la scuola sarà meno libera
Luigi Neri*

In base al Disegno di legge Calderoli, già approvato dal Consiglio dei Ministri, l’autonomia differenziata dovrebbe vertere soprattutto sul reclutamento e sulla gestione del personale. Questo, però, è solo l’inizio di una storia che in futuro rischia di lasciare il segno e trasformare la società italiana. Già oggi, infatti, vige l’autonomia scolastica, ovvero ogni scuola decide la sua “programmazione” sulla base delle Indicazioni nazionali, quindi scegliendo i contenuti su cui insistere e i metodi. Una scuola del Nord può quindi decidere autonomamente di essere affine ad una del Centro o del Sud.
L’autonomia differenziata è cosa ben diversa. È tutt’altro che innocua, e men che meno è finalizzata ad una semplice “sburocratizzazione” del servizio scolastico. Di fatto le Regioni potranno incidere sul tipo di cultura che la scuola produce e trasmette. L’effettiva autonomia ne uscirebbe fortemente ridimensionata e probabilmente la scuola sarà meno libera anche nelle Regioni più ricche, dal momento che diventerebbe difficile non fare i conti con chi ha il denaro e le gli strumenti politici per condizionare le scelte. Nulla di strano, dunque, se in futuro il sistema scolastico servirà a produrre quadri aziendali, con le relative gerarchie.
La destra cerca di presentarsi con un volto rassicurante. Però ha scelto la disuguaglianza, in quanto con l’autonomia differenziata si creeranno nel sistema scolastico una serie A e una serie B. Noi socialisti, al contrario, riteniamo che sia necessario che lo Stato monitori e renda il più possibile omogenei i livelli formativi su tutto il territorio nazionale. Dovranno essere favoriti e incentivati gli scambi tra scuole di varie regioni: iniziative di formazione per docenti, forum tematici per studenti, concorsi nazionali aperti a tutti. Crediamo in una scuola basata sui valori democratici, che dia a tutti i giovani, dall’Alto Adige alla Sicilia, le stesse possibilità di formazione e crescita.
*responsabile provinciale scuola Psi Ravenna  

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