IL PROGRAMMA

ore 10 – Apertura

Marco Strada
 – Tesoriere Nazionale e Segretario Psi Bologna
Francesco Bragagni – Segretario Regionale Psi Emilia Romagna

Matteo Lepore – Sindaco di Bologna

Dalle ore 10.30 alle 14 – Speech

Coordina Alessandra Servidori

Il lavoro in Italia, la strategia dell’Unione Europe con il Next Generation Eu, il programma Gol e i fondi FSE
Marco Leonardi, Professore di Economia Università Milano e già Capo DIPE Presidenza del Consiglio dei Ministri

Dignità, sussidi e valorizzazione del lavoro in un welfare che cambia
Elsa Fornero, già Ministro del Lavoro e Professoressa di Economia politica Università di Torino

La formazione strategica per lo sviluppo significa riempire il lavoro di occupazione cognitiva
Emmanuele Massagli, Presidente ADAPT

La logistica nuova frontiera del lavoro globale e nuove professionalità
Sonia Sovilla, Funzionaria Filt CGIL

Lavoro e organizzazioni produttive: incontro tra domanda /offerta sostenute da intermediazione e bilateralità
Alessandro Ramazza, Presidente Ebitemp

Separare le politiche attive per il lavoro dalle politiche di sostegno alla povertà oggi e in prospettiva con un reddito di cittadinanza modificato in Mia
Giuliano Cazzola, Giurista

Il Tasso di Occupazione  femminile Ocse e il nostro anacronistico differenziale: come creare effettivo vantaggio competitivo
Barbara Maiani, Direttore del Personale e Consulente del lavoro

Lavoro prevenzione salute all’interno del mondo e del mercato odierno e nei contesti produttivi
Cesare Damiano, già Ministro del Lavoro e componente del Consiglio d’amministrazione Inail

Gestione dei conflitti sul luogo di lavoro: sistema complesso e in continua evoluzione
Roberto Camera, Esperto diritto del lavoro dirige il sito internet ttp://www.dottrinalavoro.it

Unione Europea e Direttiva Salario Minimo Italiano:  è una azione che contrasta i bassi salari, il lavoro povero, la differenza salariale femminile?
Marco Bentivogli,  già dirigente nazionale Cisl ora coordinatore di Base Italia

Dalle ore 14 alle 15 Coffee Break

Ore 15

Lavorare con una malattia invisibile
Barbara Suzzi, Presidente CFU Italia

Ore 15:30

Sviluppo e welfare per le politiche attive del lavoro
Lorenzo Cinquepalmi, Gabriele Salerno, Francesco Bragagni, Giorgio Brero, Nicola Zoller, Lucia Pistelli

Coordina: Gaetano Amatruda, Direttore de “Il Pezzo impertinente”

Ore 16: 30

Le proposte socialiste per il lavoro
Valdo Spini, Claudio Signorile, Bobo Craxi, Enzo Mattina, Luigi Incarnato, Luigi Iorio

Coordina: Giada Fazzalari, Direttore de l’Avanti! della Domenica

Ore 17:30

I giovani: lavoro precario, vita precaria
Giulia Battaglia, Carmela Carnevale, Cristiana Maceroni, Jacopo Nannini, Enrico Procopio, Davide Salato, Edo Zuccarello, Alex Scardina

Coordina: Daria De Luca, Vice Segretaria Regionale Psi Emilia Romagna

Conclude

ENZO MARAIO – Segretario Nazionale Psi

IL PSI DI RAVENNA ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE
CONTRO L’AGGRESSIONE RUSSA DELL’UCRAINA


La Federazione provinciale di Ravenna del Partito Socialista
ha aderito alla manifestazione organizzata dall’associazione
Malva contro la guerra russa e in favore della resistenza ucraina

Come socialisti siamo sempre dalla parte degli aggrediti, ed è per questo che manifesteremo il nostro sostegno al popolo ucraino e alla sua resistenza con la marcia di domenica 26 febbraio che partirà alle ore 15:00 dalla stazione ferroviaria per raggiungere piazza del Popolo. Riteniamo fondamentale l’aiuto che l’Italia e i Paesi dell’Unione Europea continueranno a fornire affinché l’Ucraina possa liberare il proprio territorio dagli invasori russi. Siamo convinti che una pace giusta sia possibile se l’Europa assumerà il ruolo che le compete nel farsi autorevole mediatrice allorquando, finalmente, l’aggressione cesserà.

I SOCIALISTI ADERISCONO ALL'APPELLO
A SOSTEGNO  DELLA  SANITA' PUBBLICA
vi invitiamo a sottoscrivere l'Appello
che potete leggere girando pagina 

La salute è un diritto fondamentale per tutte le persone che la nostra Costituzione tutela e che lo Stato deve garantire.

Inizia così l’Appello rivolto al ministro della Salute, lanciato da rappresentanti delle istituzioni, del mondo del lavoro e della politica per chiedere al Governo di intervenire al più presto per sanare le gravi difficoltà in cui versa la sanità pubblica. Forte è il rischio che non sia più garantito di quel diritto universale alla salute sancito dalla Costituzione. La crisi, accentuata dagli anni della pandemia, è figlia di anni di tagli ai finanziamenti e ora i nodi stanno venendo al pettine.
Servono una serie di provvedimenti urgenti, il primo è riportare la spesa nazionale per la sanità al 7% di Pil.
Il Partito Socialista ha aderito convintamente all’Appello affinché il governo intervenga al più presto per arginare la grave crisi che sta vivendo la sanità pubblica ed invita tutti i cittadini a sottoscriverlo. Sono già circa diecimila coloro che l’hanno fatto, a conferma di quanto sia diffusa la preoccupazione per lo stato di salute del sistema sanitario.
Il Partito Socialista è già intervenuto pubblicamente in merito all’Autonomia differenziata proposta dal ministro Calderoli, che considera un vero e proprio vulnus al tessuto costituzionale in tema di garanzia della dignità individuale dei cittadini, in particolar modo nella tutela del diritto alla salute. Gli indirizzi della legge di bilancio di questo Governo vanno nella direzione opposta rispetto alla gestione del sistema universalistico, in presenza di un sistema basato fondamentalmente su flat tax e condoni e in assenza di una seria lotta all’evasione fiscale.
Noi socialisti crediamo in una società equa e giusta nella quale tutti possano usufruire dei servizi a cui hanno diritto indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali.

L'APPELLO

LA SANITA' PUBBLICA E' SOTTO ATTACCO
DIFENDIAMOLA!

 

Rispetto alla riforma del 1978 c’è stato un cambiamento demografico non ancora metabolizzato in modo adeguato: siamo una società invecchiata e che invecchierà ancor di più. Sono anni che lo Stato non investe quanto necessario in termini di risorse finanziarie, professionali, riforme. L’impatto della pandemia sull’intero sistema aveva aperto la speranza per adeguati investimenti sul servizio sanitario. Così non è avvenuto, quanto meno in termini congrui.
Un sistema già indebolito, costretto a dare priorità alla gestione della pandemia, ha raggiunto risultati efficaci grazie allo straordinario impegno professionale, ma contestualmente si è infiacchita la capacità di risposta assistenziale ai bisogni delle persone, le liste d’attesa sono incrementate, l’accesso a prestazioni a pagamento è aumentato in modo esponenziale, il ricorso a sistemi assicurativi è stato stimolato e, più in generale, è aumentato l’abbandono delle persone fragili per salute, età, condizioni economico-sociali. All’impatto pandemico si sono aggiunte le ricadute economico-finanziarie dovute alla guerra in Ucraina, l’inflazione, il caro bollette, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria delle Regioni, dei Comuni e delle famiglie.
Siamo di fronte ad un pericolo incombente: il superamento dell’universalismo sanitario del SSN con l’avvio di fatto di un universalismo selettivo la cui conseguenza sarà una sanità che si rivolge prioritariamente ai poveri, progressivamente più povera, aggravando quelle diseguaglianze che sempre più caratterizzano il nostro Paese.
È unanimemente riconosciuto che già oggi le differenze inaccettabili nella società, in rapporto a istruzione, condizioni di vita e di lavoro, età e genere portano anche a diseguaglianze di salute.
Le persone socialmente più disagiate si ammalano di più ed hanno maggiori difficoltà di accesso tempestivo a servizi di buona qualità. La fine dell’universalismo peggiorerà ulteriormente le cose.
Serve con urgenza un coordinato insieme di provvedimenti con l’obiettivo di:
- avere più medici, infermieri, personale sanitario e assistenziale per garantire accesso ai servizi, recupero liste d’attesa, riorganizzazione dei servizi   territoriali. Personale adeguatamente formato e valorizzato, riconoscendone il ruolo strategico e adeguando salari, diritti, progressioni di carriera;
- rafforzare l’assistenza territoriale per dare concretezza alla presa in cura delle persone, sostegno ai caregiver, integrazione sociale e sanitaria per garantire la domiciliarità.  Particolare attenzione va posta alle aree interne, montane e collinari;
- rivedere l’organizzazione della medicina generale e pediatrica di libera scelta e assicurare l’operatività di team multi professionali;
- mettere in sicurezza gli ospedali a partire dai PP.SS e dall’Emergenza-Urgenza;
- fare realmente delle Case della Comunità una sede in grado di semplificare l’accesso ai servizi, un luogo di partecipazione dei cittadini, del volontariato, del terzo settore;
- rafforzare i dipartimenti di salute mentale, prevenzione, sicurezza sui luoghi di lavoro;
- rivedere e innovare anche i percorsi formativi con maggiore collaborazione fra SSN e Università;
- investire in ricerca pubblica e intervenire sul mercato farmaceutico. L’opposto della recente riforma di Aifa.
Riforme a scala nazionale, rafforzamento dell’universalismo nell’accesso ai servizi hanno un valore insostituibile ma necessitano di maggiori risorse. Poiché il Paese non può indebitarsi ulteriormente, se vogliamo evitare il ritorno a sistemi mutualistici-assicurativi, queste risorse vanno reperite con un sistema fiscale equo e progressivo.
I segnali che emergono dalla legge di bilancio di questo Governo vanno in direzione opposta: risorse nettamente insufficienti per servizi sociali e sanitari, l’espansione della flat tax, i condoni e il sostegno all’evasione fiscale.
Ancora più preoccupante l’accelerazione del percorso legislativo per introdurre, anche in Sanità, l’Autonomia differenziata. Premessa per una dirompente risposta frastagliata, Regione per Regione, a problemi trasversali che riguardano l’intero sistema sanitario e che da tempo richiedono una risposta unica e nazionale: un altro grimaldello per abbattere l’universalismo e per consolidare le disuguaglianze regionali che caratterizzano da sempre il nostro SSN.
I necessari provvedimenti per la messa in sucurezza del nostro Servizio Sanitario Nazionale non sono più rinviabili. IL MOMENTO E' ORA!

Puoi sottoscrivere l'Appello On line su: https://www.change.org/p/per-la-sanità-pubblica

A PRIMAVERA UN INTENSO PROGRAMMA DI INIZIATIVE
PER UNA RINNOVATA PRESENZA SOCIALISTA SUL TERRITORIO

È questa la precisa volontà emersa dall’Assemblea provinciale degli iscritti del Psi di Ravenna tenutasi il 13 febbraio che ha discusso e 
approvato le proposte del segretario Francesco Pitrelli

Tra i presenti all’Assemblea è risultato particolarmente intenso e approfondito il dibattito sulla questione dell’autonomia regionale differenziata, dalla quale emergono molteplici problematiche e criticità sia istituzionali che legate in particolare alla sanità e alla scuola.
Sono queste le principali ragioni per le quali La Federazione provinciale del Psi ha già iniziato a raccogliere le firme sulla proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare per il mantenimento delle competenze in capo allo Stato.
L’Assemblea ha inoltre aderito alla proposta del segretario di organizzare per la prossima primavera, nel nostro territorio, iniziative sia locali che di carattere regionale su temi come la sanità, la scuola, le politiche di genere e le infrastrutture, dove porteremo le nostre idee e proposte, confrontandoci con associazioni e sindacati.
A chiudere il programma di iniziative primaverili locali sarà una ASSEMBLEA DEL SOCIALISMO, un evento che richiami tutti coloro che si riconoscono nei valori del socialismo riformista, in previsione dell’evento nazionale degli Stati generali del socialismo italiano.
Il dibattito si è infine spostato sull’imminente congresso regionale del Psi che si terrà a Bologna il 25 febbraio; i delegati della Federazione di Ravenna sono Francesco Pitrelli, Massimo Corbelli, Margherita Calzoni e Jacopo Cavina.

SERVE UNA NUOVA PRIMAVERA SOCIALISTA
L'AVANTI! DELLA DOMENICA OGNI SABATO DI NUOVO NELLE EDICOLE
A RAVENNA IN VIA MAGGIORE E INOLTRE, A PARTIRE DAL 1° APRILE,
IN PIAZZA DEI CADUTI COME PURE A FAENZA DAVANTI AL DUOMO

L’Europa e l’Italia hanno ancora bisogno della Socialdemocrazia e, dunque, del Partito Socialista Italiano che, per questo, prepara con cura gli Stati Generali del Socialismo Italiano che si terranno prima dell’estate.
Da mesi, infatti, la vita del Partito è scandita da cambiamenti e da eventi – tuttora in corso – sia di natura organizzativa che di rilevanza politica ed ideale.
I primi hanno riguardato i gruppi dirigenti regionali e provinciali usciti dai congressi di novembre 2022/febbraio 2023, nei quali, assieme alle conferme, si è registrato un processo di ricambio generazionale e di genere di elevata qualità.
I secondi riguardano i temi di un’agenda socialista che si rinnova sempre però con il fine della giustizia sociale a difesa dei più deboli e delle libertà. Temi sui quali sono coinvolte numerose strutture locali, associazioni e singoli esponenti rappresentativi del mondo socialista, sindacale, della cultura e delle Università.
Dopo Terni con gli amministratori locali, Roma sulla scuola, Taranto sul Mezzogiorno e di nuovo Roma su “la sinistra riparte dalle donne”, il 26 marzo a Bologna si discute di lavoro, sviluppo e welfare.
A tutto questo si affiancano nella provincia di Ravenna altre iniziative sull’Autonomia differenziate, la  scuola, le politiche di genere e, il 21 aprile, la sanità.

Ci sono novità anche per quanto riguarda la stampa socialista: dal 25 febbraio ha ripreso le pubblicazioni in forma autonoma l’Avanti! della domenica che si affianca così a Mondoperaio e all’Avanti! online.

Una stagione davvero entusiasmante per noi socialisti, alla quale, prima dell’estate, si aggiungeranno altri eventi:
-  il 17 aprile alla Biblioteca Oriani di Ravenna con Gennaro Acquaviva su “Le stagioni del riformismo socialista”;
- il 20 maggio a Faenza un convegno – organizzato da Anpi e Comune, in collaborazione con la Fondazione Nenni e il Psi - su “Pietro Nenni dalla guerra civile spagnola alla Repubblica”, al quale presenzierà il segretario nazionale del Partito Enzo Maraio. 

AUTONOMIA DIFFERENZIATA.
NELLA SANITÀ È UN VULNUS COSTITUZIONALE

Pierdomenico Lonzi

Il  testo del Ddl  Calderoli prevede la possibilità di attribuire alle Regioni a Statuto ordinario ulteriori e particolari forme di autonomia sulla base di un intesa tra Stato e Regioni, nell'ambito di alcune materie ora di esclusiva competenza legislativa dello Stato, e di tutte le materie che l'art 117 della Costituzione  attribuisce come competenza concorrente tra Stato e Regioni, compresa la sanità.

Il processo di questo regionalismo differenziato è iniziato nel 2017 con alterne vicende per tre legislature e cinque diversi governi. Le Regioni che hanno intrapreso tale percorso sono Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna.
l testo presentato ha alcuni punti che rappresentano un vero e proprio vulnus al tessuto costituzionale in tema di garanzia della dignità individuale dei cittadini, in particolar modo nella tutela del diritto alla salute in quanto, come recita l'art 32  “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività”.

Il  Ddl rappresenta inoltre un vero e proprio stravolgimento dei criteri, dei principi e delle modalità  organizzative della legge del 1978 che istitutiva il Servizio Sanitari Nazionale. Esautora del tutto il ruolo del Parlamento: i rappresentati dei cittadini non avranno infatti alcun voce in capitolo su questioni decise dal governo nella trattativa con le regioni, in quanto tali intese saranno definite in concerto tra Ministero degli Affari Regionali e Regioni, mentre il Parlamento potrà esprimere solo un parere, non vincolante, entro 60 giorni dall'intesa. Parere quindi che potrà essere tenuto in conto con assoluta discrezionalità da parte del governo. Lo stesso Parlamento potrà infine esprimere un voto di ratifica di tale intesa, una volta raggiunta, senza alcuna possibilità di  emendarla.
I LEP, ovvero le prestazioni assistenziali che il SSN è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket, che devono essere definiti in tempi certi entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge, saranno stabiliti da una apposita commissione e non dal Parlamento. Le funzioni alle Regioni potranno essere attribuite dopo le definizione dei Lep ma senza attendere la loro attuazione. L'autonomia precederebbe in tal modo il recupero del divario tra le varie aree del Paese, è evidente che questo non potrebbe che accentuare le gravi criticità legate in particolare alla cronica carenza di personale.
Già oggi i livelli essenziali delle prestazioni hanno un adempimento altamente differenziato, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna tra l'87% ed il 93%, Regioni del Centro Sud tra il 56% ed il 76% . In più tutte le regioni del Centro Sud, esclusa la Basilicata, sono nelle condizioni di un profondo disavanzo di bilancio o addirittura, come il Molise e la Calabria, commissariate.

E' evidente che la proposta Calderoli  rappresenta un’ ulteriore spaccatura del Paese e la differenziazione dei cittadini al diritto Costituzionale alla tutela della Salute.
Il nostro Paese ha sottoscritto con l'Europa il PNRR che con l’erogazione di 200 miliardi pone l’obiettivo prioritario di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali!
Su questi temi i Socialisti di Ravenna  sono aperti al confronto con un’ iniziativa già in calendario con le rappresentanze di chi opera in prima linea per la tutela della salute dei cittadini. Intendono così confermare quel ruolo  che ha caratterizzato da sempre le loro lotte a tutela dei diritti di TUTTI CITTADINI.
*responsabile provinciale sanità Psi 

Bologna 25 febbraio 2023


un gruppo di congressisti davanti alla sede del congresso

FRANCESCO PITRELLI E MARGHERITA CALZONI
ELETTI IN CONSIGLIO DIRETTIVO REGIONALE PER LA FEDERAZIONE DI RAVENNA

(vedi/scarica qui gli organismi eletti dal congresso)

FRANCESCO BRAGAGNI ELETTO SEGRETATARIO REGIONALE
DEL PARTITO SOCIALISTA DELL’EMILIA ROMAGNA
‘Obiettivo è la rielezione di un socialista in Regione’

Francesco Bragagni, 35 anni, avvocato, assessore alla legalità del Comune di Rimini è stato eletto segretario regionale del Psi dell’Emilia Romagna.
“La mia gioia per l’elezione a segretario regionale dei socialisti emiliano romagnoli - ha detto – si aggiunge alla soddisfazione che, dopo un dibattito animato e vivace, è prevalsa la prospettiva ampia e la visione di futuro di una proposta che pone al centro i giovani e le donne e le loro aspettative per una società più giusta e meno diseguale.
Mi metterò subito al lavoro per un obiettivo che deve accomunarci tutti: la rielezione, tra due anni, di un socialista in consiglio regionale, preceduta dall’affermazione in tanti comuni al voto nei prossimi mesi.
Ringrazio tutte le compagne e tutti i compagni che mi hanno sostenuto, sacrificando tempo ed energie, e che hanno condiviso e condivideranno con me non solo un percorso politico, ma una sincera amicizia e solidarietà.
Se sapremo mettere questo impegno, questa passione e questa dedizione anche nei prossimi anni, sono sicuro che le storiche battaglie socialiste, da Sanità e Scuola pubblica a Giustizia giusta e diritti civili e sociali garantiti, saranno più facili da vincere”.

Congratulandosi con Francesco Bragagni, il segretario nazionale del Psi Enzo Maraio gli ha rivolto parole di fiducia e incoraggiamento: “Andiamo avanti – ha detto - sulla strada della autonomia e dell’identità socialista per costruire una grande area socialdemocratica e riformista”. 

AUTONOMIA DIFFERENZIATA: SCUOLA ITALIANA A RISCHIO
L’autonomia differenziata è tutt’altro che innocua: le Regioni potranno incidere sul tipo
di cultura che la scuola produce e trasmette col risultato che la scuola sarà meno libera
Luigi Neri*

In base al Disegno di legge Calderoli, già approvato dal Consiglio dei Ministri, l’autonomia differenziata dovrebbe vertere soprattutto sul reclutamento e sulla gestione del personale. Questo, però, è solo l’inizio di una storia che in futuro rischia di lasciare il segno e trasformare la società italiana. Già oggi, infatti, vige l’autonomia scolastica, ovvero ogni scuola decide la sua “programmazione” sulla base delle Indicazioni nazionali, quindi scegliendo i contenuti su cui insistere e i metodi. Una scuola del Nord può quindi decidere autonomamente di essere affine ad una del Centro o del Sud.
L’autonomia differenziata è cosa ben diversa. È tutt’altro che innocua, e men che meno è finalizzata ad una semplice “sburocratizzazione” del servizio scolastico. Di fatto le Regioni potranno incidere sul tipo di cultura che la scuola produce e trasmette. L’effettiva autonomia ne uscirebbe fortemente ridimensionata e probabilmente la scuola sarà meno libera anche nelle Regioni più ricche, dal momento che diventerebbe difficile non fare i conti con chi ha il denaro e le gli strumenti politici per condizionare le scelte. Nulla di strano, dunque, se in futuro il sistema scolastico servirà a produrre quadri aziendali, con le relative gerarchie.
La destra cerca di presentarsi con un volto rassicurante. Però ha scelto la disuguaglianza, in quanto con l’autonomia differenziata si creeranno nel sistema scolastico una serie A e una serie B. Noi socialisti, al contrario, riteniamo che sia necessario che lo Stato monitori e renda il più possibile omogenei i livelli formativi su tutto il territorio nazionale. Dovranno essere favoriti e incentivati gli scambi tra scuole di varie regioni: iniziative di formazione per docenti, forum tematici per studenti, concorsi nazionali aperti a tutti. Crediamo in una scuola basata sui valori democratici, che dia a tutti i giovani, dall’Alto Adige alla Sicilia, le stesse possibilità di formazione e crescita.
*responsabile provinciale scuola Psi Ravenna  

Verso gli Stati generali del
SOCIALISMO ITALIANO

MEZZOGIORNO E SOCIALISMO
Le sfide dal Sud per il Paese

Domenica 26 febbraio 2023, per l’intera giornata, terremo a Taranto un incontro politico sul Mezzogiorno, per confrontarci sulle sfide che dovremo affrontare per il Sud e per l'Italia, soprattutto in considerazione della recente approvazione del provvedimento sull'autonomia differenziata da parte del Governo Meloni (CLICCA QUI PER SCARICARE IL PROGRAMMA)*.
E siamo già impegnati per organizzare un analogo meeting a Bologna, per la fine del prossimo mese di Marzo, sull'importante tema del "Lavoro, sviluppo e welfare".
La storia del Socialismo italiano, che è anche la storia dell'Italia, è fortemente legata al meridionalismo con una lunga pagina di conquiste e sconfitte dei contadini, dei lavoratori, della povera gente, che, in questi tempi difficili, necessitano di valori da difendere e battaglie nuove da combattere con proposte rinnovate. La conoscenza della storia del passato aiuta ad affrontare i problemi del presente.
Con la iniziativa di Taranto, pertanto, intendiamo contribuire a tracciare una nuova strada per il centrosinistra, che rimetta il Sud e le sue potenzialità al centro dell'agenda politica. Lo faremo con un confronto tra i nostri dirigenti, amministratori locali, sindacalisti, giornalisti, accademici e vari esponenti del socialismo italiano, discutendo di Ilva, ambiente, infrastrutture, portualità, turismo, terziario, industria, cultura, lavoro e non solo.
L'evento sarà interamente trasmesso in diretta sulle pagine social del Psi.

* questo il link: https://www.partitosocialista.it/in-evidenza/socialismo-e-mezzogiorno-programma-taranto-domenica-26-febbraio/ 

 
IL PARTITO SOCIALISTA ADERISCE ALLA RCCOLTA FIRME
puoi firmare nella nostra sede di Ravenna* o anche on line
al link http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it./raccolta-firme-proposta-di-legge/

*via Ghibuzza 12 dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30

IL N.2 - FEBBRAIO 2023 DE il PuntO  (leggi/scarica qui) 

DA QUESTO NUMERO

“ANDARE AL POPOLO” Andrea Costa

Il 28 gennaio si è tenuto a Terni il forum nazionale del Partito che ha visto la partecipazione di centinaia di amministratori socialisti protagonisti di un confronto sui principali temi di interesse degli enti e delle comunità locali per rilanciare la loro azione sui territori. Una ulteriore tappa che conduce agli Stati Generali del Socialismo, la prima di una lunga serie di iniziative in programma nei prossimi mesi. Sono intervenuti il Presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini, il Sindaco di Bologna Lepore, Matteo Ricci Presidente della Lega delle Autonomie Locali Italiane e Sindaco di Pesaro.
La sintesi dell’intervento del segretario nazionale Maraio.
Da Terni parte la sfida dei socialisti guardando a una prospettiva che è quella di un cambio di passo dal basso fuori dai Palazzi, tra la gente, con lo sguardo rivolto a quelle istituzioni centrali che sono il paradigma della governabilità delle comunità locali per raccogliere fino in fondo le opportunità del Pnrr. Lo facciamo sotto la spinta dello slogan Andare al Popolo, il senso che Andrea Costa diede: un partito di popolo capace di ispirarsi sempre a principi e interessi generali.
Non manca ai socialisti lo sguardo storico sul valore dei municipi e su quella forza determinante che, pur nelle diversità, ha tenuto insieme l’Italia. Il buon governo delle amministrazioni locali è legato alla qualità degli amministratori che sono la vera interfaccia tra cittadini e istituzioni, anche se da tempo i Comuni si trovano in un una fase di cortocircuito perché, pur avendo la competenza di rispondere ai bisogni dei cittadini, non dispongono dei fondi necessari per erogare compiutamente i servizi primari. Sono costretti a fare bilanci creativi a causa di trasferimenti straordinari non assegnati. Per poterli garantire è necessario  utilizzare al meglio i fondi europei: serve un piano straordinario di concorsi per rinforzare le piante organiche sempre più ridotte e un’unica stazione appaltante per semplificare le procedure. Le province sono state erroneamente cancellate, la sfida è quella di ridare loro piena funzionalità che come era valida nel 2019 lo è ancora, in quanto le Regioni si ritrovano ad essere enti di gestione e non di programmazione.
Ci batteremo per una nuova fase del socialismo municipale e per garantire la dignità e i diritti di tutti i cittadini. In un momento in cui è necessaria una più forte presenza dello Stato a garanzia dei bisogni  primari, servono forti investimenti sui servizi pubblici nell’intero territorio nazionale.

IL N.1 - GENNAIO 2023 DE il PuntO  (leggi/scarica qui)

DA QUESTO NUMERO

UN’EQUA DISTRIBUZIONE ECONOMICA
UNICO ANTIDOTO ALLE DISEGUAGLIANZE

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza,
di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali
(art. 3 della Costituzione)

 La disuguaglianza di genere assieme a quella generazionale, di classe sociale e di appartenenza etnica, negli ultimi decenni hanno subìto un consistente  peggioramento. I fattori che si intersecano con tali disparità vertono principalmente sulle differenze economiche. Gli ultimi dati disponibili sulla distribuzione della ricchezza in Italia indicano che a livello europeo il nostro Paese occupa la 21ma posizione su 27. Crescendo i divari tra i ricchi e i poveri, negli ultimi decenni è aumentato il numero di persone in povertà estrema, a livello nazionale risultano essere il 6,9% le famiglie in tali condizioni, per lo più residenti nell’Italia meridionale.
Donne, giovani e occupazione. Un Piano che manca da sempre e penalizza l'Italia.
Combattere la dis
parità di genere. La parità di genere è strettamente legata alla giustizia sociale. I ruoli e le posizioni diverse che rivestono uomini e donne nella società riguardano molti ambiti tra i quali l’istruzione, la partecipazione economica e le opportunità che si ripercuotono ed emergono soprattutto con l’ingresso nel mondo del lavoro. A parità di livello occupazionale è evidente la sperequazione salariale che si amplifica con la formazione della famiglia. Per le donne che storicamente hanno maggiori doveri di cura e assistenza dei figli sovente anche di congiunti anziani, conciliare famiglia, lavoro e carriera  diventa  particolarmente complicato e iniquo. In assenza di uno stato sociale che supporti i nuclei familiari, sono costrette a rinunciare o ad assentarsi dal posto di lavoro più frequentemente dei colleghi, così, spesso sono intrappolate in lavori poco qualificati, costrette a subire condizioni di part-time forzato e altre forme di lavoro flessibile, meno remunerative, meno utili per lo sviluppo di carriera e a rischio di  perdita di anni di lavoro. Una serie di studi ha dimostrato che le donne pagano fortemente il prezzo di diventare madri, spesso non riescono a stare al passo dei colleghi e i loro redditi ne risentono in maniera permanente. Nonostante le donne abbiamo ormai raggiunto, e recentemente anche superato gli uomini rispetto al livello d’istruzione, faticano ad arrivare ai vertici delle organizzazioni  e  delle professioni.
E’ urgente promuovere interventi mirati con l’adozione di politiche e strategie di genere per consentire loro di partecipare in egual misura al mercato del lavoro. Maggiori investimenti per welfare, strutture e servizi per l’infanzia e cura degli anziani risultano cruciali per il perseguimento di una maggiore uguaglianza nella società, di partecipazione piena al mercato del lavoro al fine di una totale indipendenza economica. Solo così si potrà combattere anche la drastica flessione demografica in corso da diversi anni.
Il divario generazionale impoverisce il futuro di tutti. La carenza di investimenti sulla formazione dei giovani, l’inasprimento delle difficoltà di accesso al mondo del lavoro, i contratti di lavoro poveri e selvaggi e un precariato diffuso tendono a depotenziare non solo il contributo economico delle nuove generazioni al sistema produttivo e alla crescita economica, ma più in generale riducono la partecipazione attiva al miglioramento sociale e culturale del territorio in cui vivono. Ciò non riguarda solo la partecipazione al mercato del lavoro, ma anche altre sfere dell’impegno attivo dei giovani.
La domanda di partecipazione sociale e politica è più elevata di quanto  loro  riescano a esprimere, tra i temi più sentiti la giustizia sociale ma anche l’ambiente e più in generale la promozione di un modello di benessere equo e sostenibile. Il ruolo delle nuove generazioni nell’economia dei prossimi anni, legato alle nuove sfide della digitalizzazione, dell’automazione e del cambiamento climatico, impongono un robusto utilizzo dei fondi di Next generation Eu al fine di promuovere una solida formazione con pari opportunità, per renderle  protagoniste attive di una nuova fase di sviluppo, più inclusivo e sostenibile.
Le discriminazioni soffocano opportunità, sprecano il talento umano necessario per il progresso economico e accentuano le tensioni sociali e le disuguaglianze. La frammentazione sociale, le differenze regionali, il persistere delle disparità di genere, razziale e generazionale richiedono un nuovo modello sociale. Per una società più egualitaria la lotta alle discriminazioni è parte essenziale della promozione di un  lavoro dignitoso, in condizioni di libertà, equità e sicurezza.
Intensificare gli sforzi rappresenta non solo un imperativo morale ma anche un’importante opportunità per promuovere uno sviluppo inclusivo.

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