IL N. 7 - LUGLIO 2024 - DE il puntO (leggi/scarica qui) 

DA QUESTO NUMERO

LE LISTE D'ATTESA PERSISTERANNO

I lunghi tempi per poter accedere alle prestazioni sanitarie pubbliche non si esauriranno con il Piano approvato dal consiglio dei ministri il 4 giugno scorso a pochi giorni dal voto europeo.
Il governo ha annunciato l’introduzione di misure urgenti col fine di ridurre le liste di attesa tramite l’istituzione di una Piattaforma Nazionale con l’obiettivo dichiarato di realizzare un monitoraggio rigoroso per le varie prestazioni in tutte le regioni con le stesse modalità. Si tratta di uno strumento che potrebbe funzionare solo se ci fosse la totale collaborazione di regioni, Aziende sanitarie e cittadini ma nessuno di questi attori è stato consultato e così già buona parte delle Regioni hanno annunciato la richiesta di modifiche al decreto. È un provvedimento senza basi, una scatola vuota che, pur essendo privo di finanziamenti aggiuntivi, prevede turni del personale estesi al sabato e alla domenica e più intramoenia per le prestazioni ordinarie. Come saranno in grado i professionisti di poter erogare ulteriori prestazioni se già ora operano in condizioni di grave sotto organico costretti a turni massacranti? Non va dimenticato inoltre che deve essere rispettata la direttiva europea sugli orari di riposo: oltre alle undici ore al giorno almeno un giorno intero di riposo a settimana. Senza un adeguato potenziamento le misure annunciate saranno totalmente inefficaci.
Nell’attuale situazione di carenza di risorse l’aumento dell’offerta di prestazioni potrà essere raggiunto soltanto assegnandole al privato accreditato, alle cooperative di servizi e ai medici gettonisti, sottraendole così al pubblico. Si tratta dunque di una soluzione tampone che favorisce il privato e che continua nel solco dello smantellamento della sanità pubblica. L’obiettivo del governo è chiaro, quello di un modello semiprivatistico delle cure. Un modello peraltro anticostituzionale.
Al momento le risorse certe per il 2024 sono 250milioni per defiscalizzare gli straordinari degli operatori. La scure del Mef ha trasformato l’iniziale decreto legge in un disegno di legge, soggetto a iter parlamentare, per prendere tempo e capire dove reperire quelle necessarie.

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