AUTONOMIA DIFFERENZIATA.
NELLA SANITÀ È UN VULNUS COSTITUZIONALE

Pierdomenico Lonzi

Il  testo del Ddl  Calderoli prevede la possibilità di attribuire alle Regioni a Statuto ordinario ulteriori e particolari forme di autonomia sulla base di un intesa tra Stato e Regioni, nell'ambito di alcune materie ora di esclusiva competenza legislativa dello Stato, e di tutte le materie che l'art 117 della Costituzione  attribuisce come competenza concorrente tra Stato e Regioni, compresa la sanità.

Il processo di questo regionalismo differenziato è iniziato nel 2017 con alterne vicende per tre legislature e cinque diversi governi. Le Regioni che hanno intrapreso tale percorso sono Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna.
l testo presentato ha alcuni punti che rappresentano un vero e proprio vulnus al tessuto costituzionale in tema di garanzia della dignità individuale dei cittadini, in particolar modo nella tutela del diritto alla salute in quanto, come recita l'art 32  “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività”.

Il  Ddl rappresenta inoltre un vero e proprio stravolgimento dei criteri, dei principi e delle modalità  organizzative della legge del 1978 che istitutiva il Servizio Sanitari Nazionale. Esautora del tutto il ruolo del Parlamento: i rappresentati dei cittadini non avranno infatti alcun voce in capitolo su questioni decise dal governo nella trattativa con le regioni, in quanto tali intese saranno definite in concerto tra Ministero degli Affari Regionali e Regioni, mentre il Parlamento potrà esprimere solo un parere, non vincolante, entro 60 giorni dall'intesa. Parere quindi che potrà essere tenuto in conto con assoluta discrezionalità da parte del governo. Lo stesso Parlamento potrà infine esprimere un voto di ratifica di tale intesa, una volta raggiunta, senza alcuna possibilità di  emendarla.
I LEP, ovvero le prestazioni assistenziali che il SSN è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket, che devono essere definiti in tempi certi entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge, saranno stabiliti da una apposita commissione e non dal Parlamento. Le funzioni alle Regioni potranno essere attribuite dopo le definizione dei Lep ma senza attendere la loro attuazione. L'autonomia precederebbe in tal modo il recupero del divario tra le varie aree del Paese, è evidente che questo non potrebbe che accentuare le gravi criticità legate in particolare alla cronica carenza di personale.
Già oggi i livelli essenziali delle prestazioni hanno un adempimento altamente differenziato, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna tra l'87% ed il 93%, Regioni del Centro Sud tra il 56% ed il 76% . In più tutte le regioni del Centro Sud, esclusa la Basilicata, sono nelle condizioni di un profondo disavanzo di bilancio o addirittura, come il Molise e la Calabria, commissariate.

E' evidente che la proposta Calderoli  rappresenta un’ ulteriore spaccatura del Paese e la differenziazione dei cittadini al diritto Costituzionale alla tutela della Salute.
Il nostro Paese ha sottoscritto con l'Europa il PNRR che con l’erogazione di 200 miliardi pone l’obiettivo prioritario di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali!
Su questi temi i Socialisti di Ravenna  sono aperti al confronto con un’ iniziativa già in calendario con le rappresentanze di chi opera in prima linea per la tutela della salute dei cittadini. Intendono così confermare quel ruolo  che ha caratterizzato da sempre le loro lotte a tutela dei diritti di TUTTI CITTADINI.
*responsabile provinciale sanità Psi 

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