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LEADER POPULISTI O ASPIRANTI DITTATORI?
La parola populismo è diventata rispettabile, facilmente utilizzabile, quasi orecchiabile.
Una volta ricordava le adunate di Mussolini, ora si dice tranquillamente per leader italiani, europei, mondiali.
Il potere nelle mani del popolo, dice il nuovo presidente americano. È giusto, gli rispondono i leader europei riuniti.
Popolo è, per questi fanatici, sinonimo di massa.
Tutti d’accordo, le classi politiche sono deboli, corrotte, incapaci, prive di visione, ma questo giustifica il populismo degli aspiranti dittatori?
Così nacquero i totalitarismi del Novecento, che molti hanno dimenticato o ignorano. Basterebbe studiare, pure su wikipedia, non serve la Treccani. Meno ignoranti si è, meglio si ragiona!

AMIANTO. APPROVATA DALLA CAMERA LA RISOLUZIONE PRESENTATA DAI SOCIALISTI

"Meglio tardi che mai: la Camera dei deputati ha approvato all'unanimità la risoluzione sull'amianto presentata dalla componente socialista e sottoscritta anche dai colleghi Pd campani. Da decenni si conoscono i rischi altissimi che l'amianto procura alla salute umana, a maggior ragione in quei luoghi, come i siti militari, dove non sono mai stati fatti accertamenti a tutela dei lavoratori in merito alla loro esposizione all'amianto". Così Marco Di Lello, presidente dei deputati socialisti, commenta il voto di questi giorni  in aula alla Camera - "Il tema è particolarmente sentito in Campania,. I lavoratori civili della difesa,  lamentano le lungaggini dell'iter tecnico necessario per il completamento della procedura per la certificazione che permette di ottenere i benefici previsti per i lavoratori sottoposti all'amianto. L'impegno al Governo di snellire le lungaggini oggi riscontrate e il successivo voto unanime della Camera" - conclude Di Lello - "sono un buon segnale. Nell'Italia del XXI secolo Il lavoro deve essere fonte di vita e mai di pericolo".

AMIANTO. E A RAVENNA?
Il 25 giugno la prima udienza dibattimentale a carico di 20 dirigenti Eni

Nell'intervista rilasciata il 15 gennaio 2013 alla stampa locale il giudice del lavoro del tribunale di Ravenna, Roberto Riverso, da tempo impegnato sul fronte della guerra alle malattie professionali correlate all'esposizione dell'amianto affermò:  "l'amianto è la causa principale per le morti sul lavoro, è superiore agli infortuni: Ravenna è una delle zone con rischi maggiori per mesotelioma eppure si contano zero processi  penali. C'è un problema politico di giustizia carente sulle malattie professionali. Una questione che riguarda il territorio ravennate come tutto il resto d'Italia. La questione amianto mette sotto accusa  un'intera classe dirigente: già prima del 1992, quando venne messo al bando l'utilizzo, c'erano norme che regolavano l'impiego del minerale, ma il cartello dell'amianto ha sempre fatto pressioni perché le regole non si applicassero: allora prepariamoci al picco delle malattie correlate da attendersi  tra il 2015 e il 2020 quando saranno passati una quarantina d'anni, il periodo di  latenza, dagli anni ottanta con il boom dell'utilizzo".
Dopo  tre udienze preliminari  Il 25 giugno è iniziato il maxi processo  per l'esposizione all' amianto all'ex polo Anic di Ravenna con il rinvio a giudizio di 20 dirigenti ancora in vita dei 56 indagati , all'epoca responsabili del settore. Le accuse formulate a vario titolo sono  di omicidio, lesioni colpose e disastro colposo. L'indagine, che abbraccia un arco temporale compreso fra gli anni '60 e la fine del 2012, era partita nel 2009 dopo la segnalazione dell'INAIL che in suo rapporto aveva evidenziato il decesso di 156 lavoratori per mesotelioma (presenza di fibre di eternit nei polmoni). La prossima udienza è fissata al 17 settembre. Lo spettro della prescrizione incombe! 

PSI: E' APERTO IL TESSERAMENTO 2014
L'iscrizione al Partito Socialista come atto di adesione e di sostegno

Dopo la tornata dei Congressi nazionale, provinciale e regionale conclusasi a febbraio, i socialisti sono ora chiamati ad assumere su tutto il territorio decisioni importanti, a partire dalle elezioni europee e amministrative della primavera prossima.
Il modo migliore per esserne partecipi e sostenere il Partito è la TESSERA PSI.
(per le modalità, vai su cerca e scrivi tesseramento)

 

    

 

   LA NOSTRA RASSEGNA STAMPA
   è uscito il n. 2 - febbraio 2014

    Qui riprodotta la pagina 2

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La buona notizia:
     dal 20 febbraio il Veliero è ...
     Riesling Griglia e Cucina

        

 

Il video sulla storia dell'Avanti nato a natale del 1896
AUGURI AVANTI!

L'Avanti! nacque proprio il giorno di Natale, nel 1896.
Non per caso, ma per tutti i valori simbolici connessi alla data. Era un regalo straordinario, destinato a fare la storia d'Italia. Nei prossimi giorni sarà disponibile un documentario di 55 minuti che racconta con  i quasi cent'anni di vita del quotidiano socialista, la storia d' Italia e del Partito.
 Buon Compleanno Avanti! 
Le biografie dei personaggi famosi si prestano, per la loro spettacolarità, a farne  film e piece teatrali. L'Avanti!, a ben vedere, non è una persona fisica ma, in un certo senso, una "persona immateriale", con la sua esistenza straordinariamente avventurosa, le sue passioni e il suo inconfondibile carattere libero, ribelle alle ipocrisie e ai luoghi comuni, generoso, proiettato verso il futuro. Se ne può raccontare la vita con immagini eccezionali, musiche che sono rimaste nel cuore di generazioni, parole che attraverso le sue colonne hanno scolpito più epoche. Con le  prime pagine più famose del giornale si può raccontare l'intera storia non soltanto del socialismo, ma della politica e della cultura italiana. Perché, è l'autobiografia della Nazione. Basti pensare che suoi direttori sono stati non solo i socialisti sempre rimasti tali (da Bissolati a Pertini, da Nenni a Craxi), ma anche Mussolini e Gramsci. Al punto che, da una costola del quotidiano socialista, sono nati sia il fascismo che il comunismo.
L'Italia infatti sta dimenticando cosa sono stati la politica e i partiti con la P maiuscola. Una intera generazione, quella degli elettori con meno di quarant'anni non sa, e non può sapere cosa è stata la democrazia vera fase, per molti aspetti insolita.
Il documentario rappresenta un eccezionale sforzo di sintesi perché in meno di un'ora racchiude, con le immagini più significative, quasi un secolo di storia.

Ausl Unica della Romagna
CHIAMANO I CITTADINI A DISCUTERNE QUANDO I GIOCHI SONO FATTI!
(31 ottobre 2013) 

Come socialisti siamo da sempre fautori del superamento delle attuali provincie con la realizzazione di un ente intermedio romagnolo, in una area nella quale possono utilmente essere messi a fattor comune importanti comparti, dai servizi a rete ai trasporti, dalle fiere all'università, dal turismo alla sanità.
Nessun dubbio, quindi, che occorresse ridisegnare su area più vasta il sistema della sanità pubblica, per affrontare al meglio la riduzione di risorse disponibili, eliminando duplicazioni, sprechi e inefficienze, per mantenere così inalterata la qualità e le garanzie dei servizi al cittadino.
Il punto è sempre stato come realizzare questo nuovo modello di sanità pubblica: i risparmi, il loro uso, l'ottimizzazione delle eccellenze, la logistica e soprattutto l'inserimento di  pratiche innovative di carattere tecnico e scientifico. Ma un piano industriale sufficientemente articolato non è mai stato  presentato.
È su questo che noi socialisti chiedevamo una discussione vera che coinvolgesse la comunità e le istanze sociali, per evitare una gestione tecnocratica e decisioni preconfezionate.
Ma, anche ora che il progetto di legge per l'Ausl unica della Romagna è stato definitivamente licenziato dalla Giunta regionale, nessuno sa quali siano le risposte in merito alla distribuzione sul territorio dei principali servizi clinici, mentre le istituzioni e le parti sociali sono chiamate a definire i "dettagli" entro l'anno. Nessun dubbio che sia compito loro.
Ora, il tentativo in atto di coinvolgere i cittadini, come avviene in questi giorni con assemblee territoriali, ci pare sia, oltre che intempestivo e inutile, soprattutto dannoso, poiché annulla l'interesse alla partecipazione e anzi sancisce la sua condanna a morte.
E' necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità, lasciando poi ai cittadini il giudizio sull'operato, anziché  ricorrere alla ipocrita copertura di una partecipazione che nulla può incidere su decisioni già prese, perché i giochi sono fatti.

Rassegna stampa
E' USCITO IL N. 6 DI SETTEMBRE
(1 ottobre 2013)

Continua la pubblicazione della rassegna stampa della Federazione socialista della provincia di Ravenna, con il n. 6 di settembre 2013.
Spedita via mail e per posta a iscritti e simpatizzanti, contiene le principali notizie inviate alla stampa nel periodo di riferimento.
Da questo numero potete leggerla anche qui.

   la strenua difesa del palazzo presidenziale La Moneda
Salvador Alliende 
I SOCIALISTI NON DIMENTICANO

L'11 settembre del 1973 un colpo di Stato guidato dal generale fascista Augusto Pinochet mise fine al sogno dell'Unidad Popular e alla via cilena del Presidente socialista Salvador Allende.
Durante la dittatura di Pinochet, che durò dal 1973 a 1990, la polizia politica uccise 3.200 persone, di queste più di 1.200 restano tuttora "desaparecidos".
Dopo 40 anni i socialisti e i democratici che allora scesero in piazza contro il golpe e la tragica morte di Salvador Allende, le nuove generazioni che non considerano il passato qualcosa da rimuovere o da mettere in museo, non lo dimenticano e chiedono che ogni città d'Italia gli intitoli una via o una Piazza, per essere da monito a quanti ancora nel mondo negano democrazia e libertà e minacciano la pace.

Europei di lingua italiana
FESTA NAZIONALE DEI SOCIALISTI

Vi segnaliamo, tra gli altri, gli appuntamenti più interessanti
GIOVEDI’  12 settembre  APERTURA FESTA
Ore 15,00
Pieraldo Ciucchi    Segretario regionale  Toscana 
Francesco Giorni   Segretario federazione PSI di Grosseto
Luigi Incarnato     Responsabile Nazionale PSI Organizzazione 
Ore 16,00             “Europa 2014”:
                             Luca Cefisi, responsabile politiche europee del PSI  illustra il
                             programma del PSE in vista delle elezioni europee 2014
Ore 17,00               Dibattito “Sistema Italia. Da Metello all'Europa”
intervengono          Claudio Martelli, Claudio Martini, Luigi Covatta, Gian Franco
                                                                            Schietroma e Arturo Scotto
                                              Coordina                 Luca Mariani “AGI”
Ore 18,30               Presentazione dell’ on. Ugo Intini  della pubblicazione “Avanti! Un giornale un’ epoca”
Ne discutono con l'autore: on. Enrico Buemi, Corradino Mineo (giornalista e deputato PD),   Angelo Sollazzo (Direzione PSI) 
Coordina                   Francesco Ghidetti “QN-Quotidiano Nazionale”

VENERDI' 13 settembre
Ore 17,30                  Dibattito   “Un' Europa da rifondare?”
partecipano               Gabriele Albertini, on. Marco Di Lello, Francesco Ferrara, Andrea
                                  Orlando                                                  
Coordina                   Roberto Bernabò direttore de “Il Tirreno”
Ore 18,30                  Presentazione del libro di Luca Mariani:
                                  “Il Silenzio sugli innocenti”  
                                         ( le stragi di Oslo e Utoya: verità ed omissioni di un  massacro di socialisti)
Ne discutono con l'autore: Claudia Bastianelli (segretario naz.le FGS), Luigi Iorio  (resp.nazionale PSI giustizia ediritti), on. Micaela Campana (PD), on. Lara  Ricciatti (SEL), Antonino Castorina (Giovani Democratici).
Coordina                    Roberto Capocelli  “Avanti! on line”
Ore 19,30                  Dibattito: “Dall'Europa dei mercanti alla Polis europea"
Intervengono:             Bobo Craxi, Vannino Chiti, Andrea Romano, Mario Staderini e
                                    Gennaro Mucciolo
Coordina                      GiorgioSantarelli “Rainews24”
                                                               
SABATO    14 settembre
Ore 11,30    Dibattito    “Cinque anni di solitudine?”
Incontro con i sindaci socialisti:
Daniela Larese Filon (Auronzo –BL), Rita Cinti Luciani (Codigoro-FE) Elisabetta Giacomelli (Sarego-VI),  Angelo Zubbani (Carrara-MS), Luciano Bacchetta (Città di Castello –PG), Sandro Vitali (Spello-PG), Domenico Tanzarella (Ostuni-BR),Gianni Papasso (Cassano all’Ionio-CS), Livio Valvano (Melfi-PZ), Dario Conti (Camerino-MC), Filippo Miroddi(Piazza Armerina –EN), Ivo Costamagna (Civitanova –MC). 
Coordina:              Giovanni Crema della presidenza della Lega per le autonomie
Ore 16,00              Dibattito “Un sindacato europeo. Ora!”
                              con Luigi Angeletti, Franco Bartolomei, Lello Di Gioia,
                              Cesare Damiano 
Ore 18,00               Dibattito    “Europei di lingua italiana
                               con  Riccardo Nencini, Guglielmo Epifani e Nichi Vendola 
Coordina                 Bianca Berlinguer  direttore Tg3
Ore 19,30               Nel centenario della nascita 
                               “ Willy Brandt. Un socialista democratico di lingua europea” 
                               
L' intervista di Oriana Fallaci a  Willy Brandt 
Mauro Del Bue, direttore dell'Avanti! online, ne discute con Bernhard Rapkay (vicePresidente gruppo alleanza progressista socialista nel Parlamento Europeo), on. Pia  Locatelli (Presidente onoraria Internazionale Socialista donne), Roberto Sajeva (responsabile esteri FGS)
Ore 21,00                "Centodieci anni di FGS"
                                 a cura della Federazione Nazionale dei Giovani Socialisti 

Domenica 15 settembre
Ore 9,00                  11O anni dalla nascita, la FGS festeggia
                                Quadrangolare di calcio a 5, in collaborazione con Aics e commissione ambiente
Ore  10,00                      Scriviamo l’Avanti online insieme!
                                incontro col neo direttore Mauro del Bue e  la  Redazione

 

Per l'Ausl unica si faccia un vero confronto pubblico
I SOCIALISTI: SI' ALL'AUSL DELLA ROMAGNA, MA NON COSI'!

"Un altro passo avanti verso la costituzione della AUSL unica della Romagna" - dichiara l'assessore regionale alla sanità Carlo Lusenti - dopo l'incontro del 13 giugno scorso con i componenti del tavolo di coordinamento che riunisce gli amministratori dei territori interessati e il direttore generale Tiziano Carradori.
Non è certo la paura del cambiamento che ci suggerisce molte perplessità su come si sta procedendo alla proposta di unificazioni delle AUSL romagnole. I socialisti sono infatti da tempo fautori del superamento delle attuali provincie con la realizzazione di un ente intermedio romagnolo. Un'area, la Romagna, nella quale già esistono molti fattori comuni o da mettere in comune: i servizi a rete di Hera, il sistema dei trasporti – porto di Ravenna e aeroporti di Forlì e di Rimini -, il sistema fieristico, le fondazioni universitarie, il turismo e la sanità. Tutti temi, questi, che saranno al centro dell'ormai prossimo congresso del PSI romagnolo, per un confronto pubblico delle idee in vista delle elezioni amministrative del 2014.
Non si contesta quindi il proposito di assumere tale indirizzo, ma il modo di perseguirlo: infatti la proposta di unificazione delle AUSL romagnole è stata portata alla discussione dei Consigli comunali solo dopo che se ne era deciso l'avvio in altre sedi (la Regione e i Sindaci dei Comuni capoluogo della Romagna).
Nessuno, però, che spieghi e dimostri se le fusioni sono meno costose, più efficienti e nel contempo mantengano inalterate le garanzie dei servizi; nessuno che abbia dimostrato l'utilità di assumere costi di affitto in nuove sedi, piuttosto che pensare al pieno utilizzo del cospicuo patrimonio edilizio delle AUSL; nessuno, infine, che sembri voler cogliere appieno l'occasione di un così importante processo di ristrutturazione per puntare decisamente anche sull'innovazione tecnica e scientifica con indubbi vantaggi per gli utenti.
Non si può poi non condividere l'idea che, per affrontare al meglio la pesante riduzione di risorse disponibili, occorra ridisegnare il sistema della sanità pubblica su area più vasta, eliminando la moltiplicazione di sovrastrutture burocratiche costose e farraginose per recuperare sprechi ed inefficienze, affinché i servizi sanitari, garantiti dal pubblico, rispondano alle esigenze e alle aspettative di salute di tutti cittadini.
Insomma si dica se e dove si risparmia e come questo risparmio si intenda utilizzalo, ma soprattutto come si intenda qualificare i servizi ed in primis dotare un territorio di oltre 1.100.000 abitanti di presidi sanitari corrispondenti alle esigenze dei cittadini: da quelli di primo livello (le case della salute) a quelli di distretto (nei 7 ospedali di Ravenna, Faenza, Lugo, Forlì, Cesena, Rimini e Riccione) e infine a quelli di eccellenza, oggi quasi tutti allocati in Emilia.
La peggior cosa sarebbe affidare un processo tanto importante ad una gestione tecnocratica e a decisioni organizzative preconfezionate: si faccia perciò una discussione vera  e non scontata che coinvolga la comunità e le istanze sociali, al fine di garantire i legittimi interessi dei cittadini e degli operatori.

Ausl unica della Romagna:
UN INCONTRO UTILE A CHI?

Dopo l'incontro di mercoledì 19 giugno a Pieve Sistina dell'assessore regionale alla sanità Carlo Lusenti con le istituzioni e i sindacati sulla bozza di progetto di legge per l'Ausl unica della Romagna (province di Forli-Cesena. Ravenna e Rimini), appare del tutto evidente che l'Ausl unica la si vuol vendere come una proposta convinta dei Sindaci, mentre invece è una chiara imposizione della Regione o meglio della tecnocrazia che governa la sanità in Regione.
La discussione è viziata da una scelta che i Sindaci subiscono e l'unico che cerca di rappresentare realmente la propria comunità è il sindaco di Forlì, Roberto Balzani.
Per quanto riguarda Cesena, si è già largamente investito nella struttura di patologia clinica (laboratorio analisi, officina trasfusionale e magazzino farmaceutico centralizzato) di Pieve Sistina, prima esperienza europea di gestione unificata di attività che fanno capo alle aziende sanitaria di Area Vasta Romagna. Un simile investimento ha prodotto una notevole crescita del territorio locale.
Se anche la sede della Ausl della Romagna venisse collocata a Cesena, con la motivazione della baricentricità, di fatto diventerebbe il luogo dove si assumeranno le decisioni, ma le decisioni non sempre vengono prese dalla politica quanto dai dirigenti e da chi dirige la Regione.
Se si deve realizzare un'Ausl di tali dimensioni - oltre 1.100.00 abitanti-, il Sindaco di Ravenna, invece di accettare una simile prospettiva, avrebbe dovuto proporre che la sede unica fosse a Ravenna,visto che Cesena ha già sufficientemente avuto un beneficio con tutta la logistica e che nel territorio di Forlì è stato fatto un investimento notevole quale l'Istituto Oncologico della Romagna (IRST).
D'altronde la presenza del Comune di Ravenna, fra i sindaci del territorio, nel coordinamento della quattro Conferenze Socio Sanitarie, non è mai stata incisiva nel sostenere l'interesse collettivo.
Quando si parlava di provincia della Romagna la politica aveva trovato modo di distribuire all'interno del suo territorio diverse sedi istituzionali: a Ravenna la presidenza della Provincia, a Forlì la Prefettura, a Rimini la Camera di Commercio e a Cesena l'Ausl; oggi della provincia della Romagna nessuno parla più, ma a Cesena andrà comunque la sede della Ausl.
Nell'incontro poi, l'assessore regionale alla sanità, ha dichiarato che non sarà la Regione a ripianare i debiti se non si farà l'Ausl unica.
Ora, siccome la Romagna non ha una situazione di dissesto rispetto ad altre realtà emiliane come Bologna e Ferrara, come si comporterà la Regione nei confronti di queste due realtà?

Ausl unica: solo tagli!
COSI' MENICHELLI* SUI NEFASTI PROPOSITI DI RISTRUTTURAZIONE DELLA SANITA' FAENTINA

Da anni è apparso chiaro che i tre ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo dovevano avere, tolte le prestazioni di primo livello da garantire in tutti e tre gli ospedali, caratteristiche distintive e uniche in ambito provinciale.
Si sarebbe cioè dovuto decidere già da tempo cosa fare in termini esclusivi nei tre ospedali, al fine di garantire che le prestazioni effettuate a Faenza fossero commisurate al bacino di utenza di 398.000 abitanti dell’intera provincia.
Il risultato sarebbe stato che ciò che veniva fatto in termini esclusivi a Faenza non temeva alcun confronto, in termini di casistica numerica, né con l’ospedale di Forlì (189.000 abitanti) né con quello di Cesena (200.000 abitanti).
Ciò non è stato fatto e adesso, in una prospettiva della Romagna,  non ha più senso alcuna integrazione con Ravenna, perché dal primo gennaio 2014 Faenza non avrà più alcun legame con la sanità ravennate, ma con quella di Forlì, in quanto l’ambito di intervento della Ausl Unica sarà la Romagna e non più la nostra provincia. Il piano presentato va quindi rigettato!
Intervenire oggi con riduzione di posti letto a Faenza vuol dire riconsegnarla alla nuova Azienda Unica di Romagna notevolmente ridimensionata.
Questo inaccettabile processo di riorganizzazione mi ha indotto a intervenire pubblicamente perché ritengo inopportuno e inammissibile pensare di tagliare posti letto e specializzazioni in un territorio come quello di Faenza che offre servizi ad un bacino di utenza di oltre centomila abitanti, comprendendo anche i cittadini di Marradi, Palazzuolo, di tutta la vallata del Senio e del Lamone, di Modigliana  e Tredozio.
E’ inconcepibile pensare che una realtà in crescita, con più bambini ed anziani, veda diminuire, invece che aumentare, i servizi sanitari.
Le risorse vanno reperite tramite l’efficienza, risparmiando sulle prestazioni esterne e utilizzando meglio il proprio personale; abbiamo eccellenze che vanno valorizzate e non si possono depauperare, pensando esclusivamente ad una politica di accentramento su Cesena che porterà solo inefficienza.
I cittadini hanno  diritto a servizi di primaria qualità; è impossibile pensare che un bambino o un anziano  malati debbano sobbarcarsi tanti chilometri, su percorsi spesso disagiati, per  usufruire di una prestazione, a volte di somma urgenza.
I Socialisti, da sempre vicini ai cittadini per la tutela dei loro diritti, invitano tutti i Sindaci – quello di Faenza Giovanni Malpezzi per primo - della provincia di Ravenna e delle realtà limitrofe a battersi in tutte le sedi, per tutelare le legittime aspettative dei cittadini e degli operatori ad avere una sanità efficiente e qualificata, poiché la salute non si può barattare.
Per questo ci batteremo in ogni sede e chiediamo alla Regione di non consentire che ci siano cittadini di serie B.
*Armando Menichelli è il segretario provinciale del PSI di Ravenna

1° Maggio
FESTA DEL LAVORO CON IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PSI FRANCO BENAGLIA
I socialisti ravennati incontrano il segretario regionale Franco Benaglia alle ore 12:00 di mecoledì 1 maggio nella sede di via Ghibuzza.
Nella stessa sede, alle 13:00, il tradizionale pranzo con amici e famigliari, a cura del Circolo Aurora. Le prenotazioni entro la mattina di sabato 27 aprile (333 6976450)

Quirinale
LA TUA FIRMA PER EMMA BONINO PRESIDENTE. Una candidatura autorevole, innovatrice ed europeista
Nei giorni scorsi si è costituito il comitato nazionale a sostegno della candidatura di Emma Bonino alla presidenza della Repubblica.
IL Partito Socialista aderisce pienamente alla proposta, considerando quella della Bonino una candidatura autorevole, innovatrice ed europeista e, a tal proposito, ha aperto la raccolta firme fra i cittadini favorevoli:

Vai su Contatti o vieni alla sede del PSI di via Ghibuzza 12 a Ravenna dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 12:45

8 marzo, non solo mimose
Il LUNGO CAMMINO DELLE DONNE ITALIANE E' ANCORA LONTANO DALLA META

di Rita Cinti Luciani*
L'8 MARZO, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA, ci porta a ripensare quante conquiste sociali e politiche sono state raggiunte nel secolo scorso grazie all’impegno e ferma volontà di tantissime donne e uomini.
Nel VII Congresso dell’Internazionale socialista del 1907, dirigenti come Rosa Luxemburg e Clara Zetkin posero la questione femminile e la rivendicazione del diritto di voto alle donne. Il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a “lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne”. Alcuni giorni dopo si tenne una conferenza dell’ internazionale, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di Informazione delle donne socialiste e Clara Zetkin diresse la rivista "Die Gleichheit - L’uguaglianza", che divenne l’organo dell’Internazionale delle donne socialiste. (leggi tutto)
*segreteria nazionale del  PSI - responsabile pari opportunità

PER UN VERO RINNOVAMENTO DELLA SOCIETA' E DELLA POLITICA
di Federica Gullotta
Ancora oggi gli attori politici fondamentali coinvolti negli intrecci parlamentari a cui stiamo assistendo sono uomini. Non è una novità. Però viene spontaneo chiedersi se questa tragica situazione sia frutto anche di una politica e più in generale di una società ancora troppo maschilista, soprattutto ai vertici del potere: una visione arcaica e obsoleta della società. Il Partito Socialista e la sua Federazione Giovanile, hanno posto in posizioni di preminenza e di dirigenza donne capaci e intelligenti, che non hanno dovuto "maschilizzarsi" o cercare scorciatoie per raggiungere tali livelli, ma sono state elette attraverso un consenso democratico. È vero però che le donne non possono essere tirate fuori dal cilindro solo in campagna elettorale; non le si può costringere in categorie e di fatto tenerle ai margini della vita pubblica e lavorativa a causa di inadeguate politiche sociali. Deve essere garantito alle neomamme lavoratrici il diritto di sospendere il proprio impegno lavorativo, per i primi tre anni di vita del bambino, senza che questa scelta vada ad incidere economicamente sulle lavoratrici, sul loro reintegro e reinserimento professionale; deve essere impedito, con strumenti legislativi severissimi, che aziende utilizzino il ricatto dell’assunzione solo se la giovane sottoscrive una lettera di dimissioni in bianco che, nell’eventualità di una gravidanza, il datore di lavoro utilizzerà per licenziarla. C'è insomma bisogno di riforme urgenti, per un vero rinnovamento della società e della politica: efficacia ed efficienza dei servizi per l’infanzia e perl’assistenza famigliare, ma soprattutto di rimuovere le problematiche lavorative e gli ostacoli che impediscono il pieno impegno civile della donna e il riconoscimento delle pari opportunità economiche, sociali e politiche. Come giovane donna socialista non credo che potremmo uscire a testa alta da questa situazione di stallo, chiusure e radicalismi, senza tenere conto di queste improcrastinabili esigenze.

Dopo il voto. La direzione provinciale
LA DIREZIONE PROVINCIALE DEL PARTITO SOCIALISTA SUL VOTO, GUARDANDO ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL PROSSIMO ANNO.
(6 marzo 2013)
L
a Direzione provinciale del Partito Socialista, riunitasi ieri 6 marzo per esaminare le questioni poste dal voto del 24 e 25 febbraio, ha manifestato grande soddisfazione per il ritorno di propri rappresentanti in Parlamento dopo cinque anni, ma ha espresso preoccupazione per il fatto che: "L'Italia e' ad un bivio. La classe dirigente, in testa chi ha rivestito responsabilità politiche nell'ultimo ventennio, ha perso credibilità e ha contribuito - accanto alla crisi economica internazionale - a generare un preoccupante stato di paralisi in cui allignano populismo, demagogia e rischi serissimi per la tenuta della democrazia repubblicana.”
In questa situazione, il socialismo riformista deve riprendere subito il ruolo che gli compete di genuino interprete del disagio sociale diffuso, in vista della prossima tornata elettorale del 2014 nella quale si rinnoveranno quasi tutti i Consigli comunali anche nella nostra provincia.

Il Partito Socialista verso il voto
IL
SEGRETARIO NAZIONALE DEL PSI RICCARDO NENCINI: “Vota i socialisti, vota L’Italia giusta, speranza e opportunità per i giovani”. Appunti di viaggio al termine di una campagna elettorale che chiuderà il grande equivoco chiamato Seconda repubblica. (leggi tutto)

IL SEGRETARIO PROVINCIALE DELl PSI DI RAVENNA ARMANDO MENICHELLI: 
"
Cari compagni, care campagne, mai come oggi l’Italia ha bisogno di un governo forte  e stabile, per portarci definitivamente fuori dalla recessione e costruire una nuova prospettiva di crescita, premessa per ricreare fiducia nel futuro. L’Italia ha bisogno di una forte coalizione di centrosinistra: occorre cambiare radicalmente rispetto al passato ed è necessaria  la vittoria dei progressisti." (leggi tutto)

IL LAVORO INNANZITUTTO
L’incontro/aperitivo su “il lavoro innanzitutto”, svoltosi giovedì 14 febbraio all’Aurora, con i candidati al Parlamento Sefi Idem e Alberto Pagani, dopo l’indirizzo di saluto del segretario provinciale del PSI Armando Menichelli, è stato dedicato, con l’introduzione di Federica Gullotta della Federazione Giovanile Socialista, ai giovani e alle donne. Le conclusioni sono state affidate a Rita Cinti Luciani della segreteria nazionale del PSI. (La locandina)                                                         

 

ELEZIONI.NENCINI: SE QUALCUNO HA CAMBIATO IDEA CE LO FACCIA SAPERE
venerdì 8 febbraio 2013
“Da quando Bersani e Monti sono tornati ad annusarsi, sono salite le citazioni di Tabacci, sono scese quelle dei socialisti e Vendola entra e esce dal purgatorio. Si ricercano gli affini al centro e si sospendono i riformisti amanti del libero pensiero”. E’ il commento che Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, ha postato sul suo profilo facebook. “Una ragione in più – sottolinea - per rivendicare il rispetto della Carta d'Intenti firmata a ottobre dai tre segretari della sinistra progressista. Agli italiani abbiamo indicato un candidato alla guida del governo, una coalizione credibile e coesa e un progetto per cambiare l'Italia”.  “Se qualcuno ha cambiato idea – aggiunge - ce lo faccia sapere perché a quell'idea e a quel percorso noi ci affidiamo scrupolosamente, tanto da spingere sulla valorizzazione dei diritti delle persone – dal testamento biologico al riconoscimento pieno delle diverse forme di famiglia – e sulla riforma della Legge Fornero per aumentare le opportunità di lavoro per i giovani – conclude”.

PSI-PD : firmato il ” PATTO di CONSULTAZIONE”
(16 gennaio 2013)
Riccardo Nencini, segretario nazionale del PSI e Pier Luigi Bersani segretario nazionale PD, hanno firmato in questi giorni a Roma un accordo che prevede un “Patto di consultazione” fra Pd e Psi sulle questioni di maggiore rilevanza politica, in vista delle prossime elezioni   del 24 e 25 febbraio 2013.  L'accordo prevede la presentazione di una unica lista  e la partecipazione della delegazione socialista  'nella sua autonomia ' alle riunioni congiunte, nella prossima legislatura, dei gruppi parlamentari che hanno sottoscritto la ‘Carta di Intenti’ lo scorso ottobre. (leggi tutto)

"ABBIAMO FATTO LA NOSTRA PARTE E CI SIAMO RIPRESI IL POSTO CHE CI SPETTAVA NELLA SINISTRA ITALIANA"
Il segretario socialista Riccardo Nencini ha sottoscritto, assieme a Pierluigi Bersani e a Nichi Vendola, la "Carta di intenti" della nuova alleanza riformista Psi-Pd-Sel.
Per la prima volta la sinistra riformista si presenta agli italiani più forte e con un progetto per governare l'Italia.
Con due certezze: la "foto di Vasto" non esiste più (escluso definitivamente il giustizialismo di Di Pietro, esclusi gli estremismi che nel 2008 affossarono l'Unione); assieme all'alleanza, regole chiare per le primarie, per una competizione in cui il senso di responsabilità dovrà prevalere sugli eccessi e sui protagonismi C'è, da parte di ciascuno di noi, la consapevolezza che questa strada si possa intraprendere mostrando coesione, chiarezza nelle proposte che avanziamo e attraverso un patto pubblico per il bene comune.
Abbiamo fatto la nostra parte e ci siamo ripresi il posto che ci spettava nella sinistra italiana.
Portando in testa all'agenda politica dell'alleanza temi e proposte che negli ultimi mesi hanno caratterizzato la nostra azione politica: abolizione dell'Imu sulla prima casa e introduzione di una patrimoniale sulle grandi ricchezze; più merito nella scuola pubblica; più laicità, che significa regolamentazione per legge del "fine vita", riconoscimento giuridico delle famiglie, la Chiesa che paga l'Imu per le sue attività commerciali. Sempre in tema di laicità, nei prossimi mesi promuoveremo due grandi incontri pubblici: il primo a Udine, nel nome di Loris Fortuna e Beppino Englaro; il secondo a Roma, per fare del PSI il punto di riferimento di tutta l'area laica. Contestualmente all'avvio della campagna elettorale per le primarie - che non ci vede impegnati con nostri candidati ma a maggior ragione ci rafforza nel ruolo di "sentinelle" di un percorso di coesione tra i partiti e lealtà alla Carta di intenti - avvieremo su tutto il territorio nazionale una campagna pubblica per l'abolizione dei costi impropri nelle bollette di luce e gas e delle tasse inique sulla benzina. Lo faremo in maniera capillare, con una petizione popolare e con ordini del giorno che i nostri eletti presenteranno nelle istituzioni, dai consigli comunali a quelli regionali.
La traversata nel deserto sta volgendo al termine. Abbiamo resistito in questi anni tra mille difficoltà, ma siamo rimasti fedeli ai nostri ideali e alle ragioni del socialismo italiano, nella consapevolezza che l'unica via per riportare al governo dell'Italia la sinistra avrebbe dovuto passare da un'alleanza riformista sul modello delle grandi democrazie europee. Un'alleanza che dovrà dialogare con il campo del cattolicesimo liberaldemocratico, ripensando al fatto che tutte le grandi riforme che l'Italia repubblicana ha conosciuto sono passate da un accordo tra queste due anime. (Per approfondire leggi la Carta d'intenti)

I CANDIDATI NELLE LISTE SOCIALISTE AL SENATO.
Dopo l’accordo siglato nei giorni scorsi con il Pd (lista unica alla Camera e al Senato, liste proprie al Senato in regioni chiave come la Calabria, la Campania e il Lazio) il Partito socialista ha presentato ieri le proprie liste dando ufficialmente il via alla campagna elettorale per le prossime elezioni politiche. Nelle tre regioni dove il Partito corre, con il proprio simbolo e liste al Senato, i capilista sono Bobo Craxi nel Lazio, Pietro Larizza in Campania e Luigi Incarnato in Calabria.
I CANDIDATI SOCIALISTI NELLE LISTE DEL PD. Nelle liste del Pd, il segretario nazionale Riccardo Nencini è secondo capolista al Senato delle Marche; il coordinatore delle segreteria nazionale Marco Di Lello  occupa il sesto posto nella lista per la Camera di Campania 1; il tesoriere nazionale Oreste Pastorelli l’ottavo posto alla Camera in Veneto 2; il responsabile organizzativo Lello di Gioia il quarto posto alla Camera in Sardegna e il responsabile nazionale enti locali Gerardo Labellarte il quarto posto al Senato della Basilicata. Sempre al Senato, il segretario regionale piemontese del Psi Enrico Buemi occupa il quattordicesimo posto in Piemonte; la presidente onoraria dell’Internazionale Socialista donne Pia Locatelli il ventesimo posto in Lombardia 1 e in Calabria;  Fabio Guerriero, della direzione nazionale del Psi, il dodicesimo posto alla Camera. Candidati socialisti anche alla Camera in Trentino Alto Adige con il segretario regionale del Psi Nicola Zoller; in Piemonte 1 con Maurizia Bertoncino e in Emilia Romagna con Raffaella Pini. Infine il segretario della federazione Psi di Mantova Michele Chiodarelli è candidato al Senato della Lombardia.
I CANDIDATI SOCIALISTI NELLA CIRCOSCRIZIONE ESTERO. A rappresentare i socialisti nella Circoscrizione Estero sono i candidati Rocco Di Trolio in Nordamerica per il Senato, Fausto Longo in Sudamerica per il Senato, Domenico Mesiano in Europa per la Camera.

HERA
IL GRUPPO HERA CONDIZIONATO DALLE SOLE VALUTAZIONI DI MODDY'S?
Ascolti anche la voce dei dipendenti e degli utenti!
di Giacomo La Commare*
(13gennaio 2013)
“Il Gruppo Hera, è ben noto, si costituisce nel novembre del 2002 aggregando 11 società multiutility dell'Emilia Romagna e nel giugno 2003 viene quotato in borsa, coagulando un azionariato costituito da enti pubblici, investitori professionali e privati.Gli enti pubblici, per lo più Comuni e Provincie dell'Emilia Romagna, rappresentano il 60,1% del capitale sociale e di questo, il Comune di Ravenna, rappresenta, anche attraverso altre società, circa il 7%.ll Gruppo Hera, costituisce, oramai, un pilone importantissimo della struttura economica cittadina e provinciale, con una ricaduta sul territorio di 120 milioni di euro tra stipendi, imposte pagate, dividendi agli azionisti e sostegno ai fornitori locali. Negli ultimi 3 anni, dati tratti dall'ultimo bilancio di sostenibilità del Gruppo,  524 persone sono state assunte a tempo indeterminato, arrivando a contare circa 650 dipendenti sul territorio di Ravenna. (leggi tutto)
*Segretario Comunale di Ravenna del Partito Socialista

PRIMARIE DELLE IDEE  un successo nelle piazze e nel web

Le tue idee per la tua Italia: innanzi tutto i giovani
(7 gennaio 2013)
La consultazione "Le tue idee per la tua Italia" organizzata dal Partito Socialista e svoltasi sabato scorso in tutto il territorio nazionale, ha segnato un momento significativo di partecipazione popolare  nel quale decine di migliaia di cittadini hanno espresso la loro preferenza, non sulle persone ma su concrete e definite enunciazioni programmatiche e sono stati numerosissimi i navigatori che si sono collegati alla pagina del sito web del Partito per esprimere la loro opinione.

Un successo di grande partecipazione, registratosi anche in provincia di Ravenna, nei seggi allestiti a Ravenna, Faenza, Lugo, Cervia e Russi, dove i cittadini, sui temi “economia e lavoro”, “laicità e diritti civili”, “riforme istituzionali”, “giovani e sapere”, “giustizia” e “beni comuni”, hanno espresso il loro consenso sulle seguenti priorità; nell’ordine: progetto giovani con il potenziamento del servizio civile e il sostegno economico a chi studia con merito; patrimoniale sulle grandi ricchezze per abrogare l’IMU sulla prima casa e ridurre la pressione fiscale; forte riduzione delle spese militari; riduzione del numero dei parlamentari e delle spese della politica, incandidabilità dei condannati; eliminazione dei vincoli della legge 40 sulla fecondazione assistita e ammissibilità dell’eutanasia. 

PRIMARIE DELLA COALIZIONE DI CENTRO-SINISTRA: PSI-PD-SEL: Con  più di 2.800.000 votanti (in lieve e fisiologico calo rispetto agli oltre 3.100.000 di domenica scorsa) si ripete
lo straordinario successo di partecipazione anche al turno di ballottaggio di domenica 2 dicembre. Bersani vince, ottenendo  1.706.457 voti (60,9%9;  1.095.925 (39,1%) i suffragi per Renzi.  Comune per Comune, i risultati nella provincia di Ravenna.  Confronta entrambi i dati, totale nazionale e provinciale e, Comune per Comune, in provincia, rispetto al primo turno del 25 novembre. Questo il rendiconto economico delle primarie in provincia di Ravenna.

In vista delle elezioni, i documenti approvati a dicembre 2012 dal consiglio direttivo provinciale, dalle assemblee degli iscritti della provincia di Ravenna e dal consiglio nazionale del PSI. 

CON RICCARDO NENCINI alla sala AURORA di RAVENNA commemorato il 150° della nascita di Nullo Baldini: nel nome del grande socialista riformista e padre fondatore del movimento cooperativo, posto l’accento sulla sua lezione sempre viva e sull’attualità del suo pensiero e della sua opera. Il 2 novembre in una sala gremita come non mai il segretario nazionale del PSI Riccardo Nencini ha concluso il convegno “Le radici del nostro futuro” per ricordare l’opera e il pensiero di Nullo Baldini socialista riformista e padre fondatore del movimento cooperativo nel 150° della sua nascita. Al convegno, aperto da Armando Menichelli segretario provinciale del PSI e presieduto da Claudio Sangiorgi presidente del Circolo dei Cooperatori Ravennati, ha portato il saluto delle istituzioni locali il presidente dell’Amministrazione Provinciale Claudio Casadio che ha sottolineato i legami non solo ideali e politici con la figura di Nullo Baldini, ma anche quelli simbolici, giacché, ha detto Casadio, quello che è oggi il palazzo della Provincia era la sede della “sua” Federazione delle Cooperative prima di essere messa a ferro e fuoco dalle squadracce fasciste, cosi come la casa socialista dell’Aurora, inaugurata il 1° maggio 1904 e che ospita il convegno, fu edificata con le rimesse dei “suoi” braccianti cooperatori della bonifica romana di Ostia.
Il prof. Ennio Dirani, che ha svolto una vera e propria “lectio magistralis” sulla vicenda storica della vita di Nullo Baldini, ha evocato il significato del suo agire da socialista riformista, anche quando i comunisti lo accusavano di tradimento. Ma la storia gli ha reso giustizia e oggi tutti riconoscono le sue buone ragioni, ha concluso Dirani.
Il Presidente della Federazione Provinciale delle Cooperative Lorenzo Cottignoli, tracciando i caratteri peculiari della cooperazione ravennate, ha sostenuto che ancora oggi, per fare impresa e innovazione cooperativa dobbiamo “fare i conti”  con il lascito politico e imprenditoriale di Nullo Baldini.
Nelle sue conclusioni il segretario nazionale del PSI ha messo in guardia dal coltivare radici e memoria senza l’avvertenza che esse talvolta possono essere le madri di vecchi “vizi”: è così nella sinistra per quanto riguarda il ricorrente e persistente conflitto, tutto italiano, fra riformismo e massimalismo. Nella storia del movimento operaio, ha detto Nencini, la cooperazione e il sindacato sono stati spesso espressione fondamentale del riformismo socialista. I socialisti, ha concluso Nencini, sono impegnati a sostenere la candidatura di Pier Luigi Bersani alle primarie del centro sinistra (PSI – PD – SEL), perchè l’Italia possa essere governata da una coalizione in grado di fondere il riformismo della tradizione socialista con il mondo cattolico, ovvero i progressisti con i moderati.

I BUONI E I CATTIVI SECONDO IL SINDACO MATTEUCCI
 “Come è Giusto Lei … Signor Sindaco” direbbe Fantozzi nel solito tono servile
(30 luglio 2012)
È lui, infatti, che garantisce per la probità di Errani, così come rassicurava la Curia sullo scandalo Galletti-Abbiosi, che tale resta nonostante l’archiviazione. È ancora lui ad escludere ogni responsabilità del Comune sul buco plurimilionario del Consorzio. Non lo dice, ma forse lo pensa, che a incendiare la riserva naturale di Lido di Dante sono stati i naturisti.
Non si può dire se Errani sia innocente o colpevole, e proprio per questo non si possono chiedere, finché la verità sarà accertata, le sue dimissioni. Il fatto è che non si può sostenere di essere diversi dagli altri perché, diversamente da loro, quelli del PD, se inquisiti per reati a danno della Pubblica Amministrazione, si dimettono. Dunque, si dovrebbe dimettere per coerenza, dimostrando così la sua probità anche nel mantenere fede a ciò che dice.
Poco importa che, con l’archiviazione, Mons. Verrucchi sia personalmente risultato esente da colpe. Il punto è se ci siano state violazioni del lascito testamentario e uso improprio di denaro pubblico, tali da doversi procedere all’esproprio a favore della comunità; ma né lo Stato né il Comune hanno ritenuto di agire in tal senso.
Sul Consorzio, anche non volendo pensare male, si potrà almeno dubitare della responsabilità politica insita nella colpa in vigilando?
So bene che, dopo il disastro ambientale, fare polemica è un po’ come gettare sale sulla ferita; ma  dire, come il Sindaco dice, che dopo il risanamento si dovrà limitare l’uso antropico (come è giusto) e, in quei limiti, chiarire che la fruizione sarà di tutti, nasconde non poche insidie: sospettiamo infatti che, per Matteucci, tutti non significhi tutti-tutti, ma tutti escluso qualcuno che non fa parte dei tutti, i naturisti.
Dovrebbe essere chiaro che i piromani non possono essere stati gli ambientalisti (sarebbero degli strani ambientalisti), né gli speculatori da decenni fuori gioco (con una legge nazionale che impedirebbe comunque ogni speculazione), né infine i naturisti: il cui prodest dice, anzi, che è proprio contro di loro e contro la loro presenza, semmai, che qualche criminale ha agito.
Per ora si pensi a vincere la sfida del tempestivo ripristino ambientale. Ma poi verrà il tempo di rimettere in sesto l’economia turistica della località che, se dovesse ridursi all’autosufficienza dei due campeggi, ai quattro stabilimenti balneari, ai residenti e alle seconde case, sarebbe destinata a un rapido declino.

A PROPOSITO DELLE NUOVE PROVINCE
Il campanile impedisce una vera riforma istituzionale ed è contro  l'Europa dei polpoli
(22 luglio 2012)
Vitali (Presidente della provincia di Rimini) e il PD ci riprovano. Da sempre contrari alla regione Romagna, ora sembrano esserlo anche alla provincia Romagna: dopo la bislacca proposta di mantenere la provincia di Rimini, accorpando in essa la Repubblica di San Marino, ora propongono che Rimini torni a far parte, con Cesena, della provincia di Forlì.Sembra che non si rendano conto che le nuove province avranno competenza “soltanto” su ambiente, trasporti e viabilità; compiti di amministrazione davvero ridotti e che, in ogni caso, mal sopportano ambiti territoriali troppo esigui. Ancora una volta il campanile rivela una miope visione del futuro e una scarsa propensione a disegnare un progetto di riforma istituzionale. La grave crisi impone di essere lungimiranti, nella consapevolezza che è necessario superare l’Europa degli Stati, per immaginare, al contrario, l’Europa dei popoli: l’unità federale europea sarà tale soltanto quando in essa saranno federate le regioni d’Europa e non gli Stati ottocenteschi. Le regioni italiane, disegnate dalla nostra costituzione, hanno ormai superato le loro funzioni di mera programmazione per divenire, invece, anche enti di amministrazione; in tal modo, esse sono già, di fatto, regioni di una futura Europa federata; si pone perciò il tema di un loro più appropriato dimensionamento. Con le “macro” regioni (italiane) d’Europa, diventerebbe inevitabile una loro articolazione in “macro” province con compiti di programmazione e di amministrazione di area vasta. L’attuale ipotesi di riduzione del numero (e delle competenze) delle province è solo un primo passo in questa direzione: 6/8 regioni, articolate in province con un numero di abitanti forse prossimo al milione e in comuni di dimensioni tali da essere in grado di fornire efficacemente e efficientemente i servizi al cittadino: non certo gli attuali 8.000 e più.Chi avesse una tale visione del futuro, avrebbe, semmai, il dovere di andare oltre la Romagna: pensare, perché no, a una provincia di Romagna comprendente, oltre alle attuali province romagnole di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, anche i comuni romagnoli del circondario di Imola e una gran parte della attuale provincia di Ferrara (Ferrara compresa), lasciando alla città metropolitana di Bologna i restanti comuni dell’uno e dell’altra, come Medicina e Cento fra gli altri. A favore di una tale ipotesi militano precedenti storici e politici: la Romagna estense della Ferrara del XV° secolo, comprendente 7 dei nove comuni del comprensorio lughese, e il progetto, alternativo al circondario imolese, della provincia di Imola-Faenza. Personalmente ritengo perciò che bene abbia fatto il PSI romagnolo e, con esso, il nostro Segretario regionale Franco Benaglia, a dichiararsi, intanto, favorevole alla provincia Romagna; così come ritengo che non dobbiamo sottrarci dall’esaminare, senza pregiudizi, una ipotesi dai confini più larghi.

CARI MATTEUCCI, SCUSA LA FRANCHEZZA ovvero, quando atti e comportamenti dettati da pregiudizi diventano insopportabili e dannosi, secondo il principio: nel mio Comune comando io!

(
27 giugno 2012)
Sono ormai davvero troppi gli atti e i comportamenti di Fabrizio Matteucci che ci fanno dire che i ravennati hanno eletto, a loro insaputa, un sindaco “sceriffo” e bacchettone.
Se fosse solo una questione nominalistica si potrebbe anche sorvolare, ma è purtroppo una questione di sostanza che sta creando disagi e danni alla comunità ravennate e alla sua economia turistica, come ad esempio le ultime vicende di Marina di Ravenna e di Lido di Dante, per non dire d’altro.  Anche se, con una sentenza a dir poco bislacca, ora il PD ha ottenuto la maggioranza assoluta del Consiglio comunale, non si giustifica la totale indisponibilità ad ascoltare voci di dissenso che si levano anche all’interno della sua stessa maggioranza.
Servirebbe, al contrario, soprattutto in un così grave momento di crisi, una visione del futuro, per dirla in due parole, meno difensiva e più innovativa.  
Così come potrebbe essere, ad esempio, la proposta di fare della Romagna una provincia, nella quale i temi di indirizzo generale, in campo urbanistico, ambientale, di gestione dei servizi e degli indirizzi amministrativi di area vasta, trovino un coordinamento adeguato a un territorio tutto sommato omogeneo, sottraendoli così al piccolo e miope cabotaggio, per non dire d’altro, degli asfittici confini comunali, ormai indifesi di fronte alle altrui scelte municipali.
Anche di questo, dopo la positiva proposta in tal senso del Sindaco PD di Forlì, Balzani, che ne pensa Matteucci?

IL SINDACO ALZA LE MANI E DICE AI PRIVATI: “FATE VOI…”
(18 giugno 2012)
Si potrebbe, anche a ragione, dire che ben altri sono i problemi del momento: eppure, anche le risposte del Sindaco sulla questione del naturismo a Lido di Dante sono lo specchio di un modo di governare poco concreto. Dice il Sindaco che a Lido di Dante non si può, che invece si può trovare un’altra spiaggia e, per questo, fa appello ai privati che vogliano chiederne la concessione. Perfetto! Muoia pure Lido di Dante e con esso anche gli investimenti fatti dal Comune per urbanizzare quella località sul finire degli anni '80 e, di recente, per arredare decorosamente il suo lungo mare. Gioverà ripetere, ancora una volta, che per potere salvare quel formidabile biotopo le amministrazioni comunali degli anni '70 dovettero respingere gli assalti della speculazione e del cemento.Tutto inutile, se ora si pensa di abbandonare l’unico uso antropico compatibile con quell’oasi naturale.Tutto inutile, se ora si pensa di buttare al vento i soldi pubblici spesi.Tutto inutile, se non ci si fa scrupolo di decretare la morte di attività economiche che lì hanno investito.Tutto inutile, se si alzano le mani, impotenti, dicendo ai privati: fate voi …Crediamo di essere facile profeti se affermiamo che, così facendo, Lido di Dante, invece di essere “risanato” da alcuni modelli comportamentali inaccettabili, tornerà ad essere la “mitica” Bassona: un deserto commerciale e un rifugio per malintenzionati. Alla faccia di quanti, non solo in Italia, avevano come meta delle loro vacanze Lido di Dante!.

Galletti Abbiosi: chi paga?
Non intendiamo tornare polemicamente sulla intricata vicenda del Galletti Abbiosi: un tribunale ha emesso la sentenza e a quella vogliamo attenerci. Resta però il fatto, come dice la motivazione della sentenza, che se non fossero decorsi i termini per fare valere i buoni diritti delle “orfanelle” ad ottenere l’eredità per violazione del lascito testamentario, con tutta probabilità almeno una parte di loro non avrebbe perso la causa. Senza quindi volere insistere sul fatto che, se violazioni ci sono state, qualcuno degli attori ne avrà almeno la responsabilità morale, ora ci limitiamo a domandare e a domandarci se sia giusto chiedere alle “orfanelle”, che alla chiusura nel 1974 erano ancora ospiti del Galletti Abbiosi, di rinunciare al ricorso in appello in cambio del ristoro delle spese legali da loro sostenute; ma soprattutto se queste debbano essere finanziate anche con denaro pubblico.Non mettiamo però in discussione che in una lite la transazione, lasciata alla discrezionalità delle parti, sia legittima, ma se in questo caso sia opportuno eventualmente finanziarla anche con denaro pubblico. Si tratta, infatti, di tacitare privati cittadini in dissenso verso atti di una istituzione pubblica - che rappresenta tutti - potenzialmente corresponsabile di aver leso i loro diritti. Sarebbe invece cosa ben diversa se decidessero in tal senso istituzioni che devono rispondere sostanzialmente soltanto ai loro “amministrati”, come la Curia, la Casa Matha e la Fondazione della Cassa.


Giovedì 29 marzo a ravenna
TAVOLA ROTONDA CON LE PARTI SOCIALI "Il LAVORO NELL'ITALIA DI OGGI: DIRITTO O UTOPIA ? "
Organizzata dal PSI nel quadro delle iniziative per il 120° della nascita del Partito, la tavola rotonda è stata l’occasione per mettere a confronto, sul tema della riforma del lavoro, le organizzazioni sindacali (i segretari confederali di CGIL, CISL e UIL, Marcello Santarelli, Antonio Cinosi, Riberto Neri) e le rappresentanze dell’imprenditoria (Marco Chimenti Direttore di Confindustria, Giovanni Monti Presidente di Lega Coop, Mario Petrosino della Segreteria CNA e Roberto Manzoni Presidente di Confesercenti).Nella sua introduzione, Armando Menichelli, Segretario provinciale del PSI, ha sottolineato come, da parte dei socialisti, vi sia una continuità nel sapere essere innovativi e al tempo stesso rigorosi in materia di tutela lavoro, tracciando una linea ideale da Giacomo Brodolini, ministro socialista dal 1968 al 1970 e padre dello statuto dei lavoratori, al giuslavorista socialista Marco Biagi assassinato 10 anni fa dalle brigate rosse e ingiustamente vittima della terribile bugia di volere la precarietà.Il giornalista e saggista Pietro Caruso, moderatore dell’evento, ha chiesto agli autorevoli interlocutori quali siano le risposte giuste a una crisi, grave in Europa e ancor più in Italia e se vi sia piena consapevolezza della fine di un modello di sviluppo e quale sia la via per sostituirlo.Tutti gli interlocutori hanno evidenziato i dati concreti della crisi anche a livello locale, riconoscendo che l’impresa e il lavoro devono collaborare per il bene comune, poiché il tema è non solo il lavoro come diritto, ma anche come esso si possa creare.L’importanza di avere messo allo stesso tavolo tutti coloro che possono essere gli artefici di una nuova stagione di relazioni industriali ha trovato, nella sede offerta dal PSI, pieno riscontro e dato atto che la sinistra riformista può ancora una volta avere pieno ruolo nel rinnovamento e nella rinascita dell’Italia.Proprio come ha detto Menichelli: “Se oggi tutta la sinistra politica e sindacale si riconosce nello statuto dei lavoratori (un tempo da gran parte di essa osteggiato), ciò suona a conferma del fatto che, come spesso è storicamente accaduto, il sindacato e la cooperazione possono di nuovo dare ruolo e rappresentanza alla sinistra riformista.Ed è proprio nelle migliori stagioni del riformismo che la sinistra è stata capace di produrre unità e concretezza.Quella unità e quella concretezza che oggi potrebbero ridare slancio a una riforma delle relazioni industriali che vedano il lavoro e l’impresa percorrere per gradi la via della cogestione, unica alternativa concreta alla prevedibile fine della concertazione.”L’incontro, in definitiva, ha consentito di mettere a fuoco le criticità, ma anche le potenzialità del tessuto economico politico e sociale della realtà locale ravennate e romagnola, con l’impegno di tutti gli interlocutori a farne un nuovo punto di partenza del confronto, prendendo atto che:
-         ci sono difficoltà nel dimensionamento delle imprese;
-         insufficiente è l’export;
-         serve un sindacato europeo;
-         si pone il tema della trasmissione d’impresa;
-         è carente il terziario strategico.
L’appello finale è stato che il nostro territorio, con le sue grandi tradizioni democratiche, può ben rivendicare di stare in prima fila nel riprogettare l’Italia.

Articolo 18

A PROPOSITO DEL REFERENDUM SULL'ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI.  Così come nel 1970, con lo Statuto dei lavoratori, i socialisti indicano nuovamente la strada giusta per tutelare davvero il lavoro anche nelle sue forme del tutto nuove. Quelli che oggi si fanno paladini dell’intoccabilità dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sono gli stessi che lo accolsero con molta tiepidezza allorquando i Socialisti, con il ministro Giacomo Brodolini e col giuslavorista Gino Giugni, lo fecero approvare dal Parlamento nella primavera del 1970. Sicuramente oltre 40 anni fa lo Statuto dei lavoratori e il suo articolo 18 erano commisurati a un mercato del lavoro che ora non c’è più. È però vero che la riforma del lavoro voluta dal Governo Monti e approvata dal Parlamento è in larga parte ampiamente inefficace per affrontare i problemi dell’oggi: la nostra critica nel merito è proprio questa.
Proporre oggi un referendum sull’articolo 18 riformato significa soltanto fare una operazione politica di facciata, né più né meno come fu nel 1970 per sostenere la tesi contraria. E si sa che i referendum su temi sensibili come questo non uniscono ma dividono i lavoratori; così come la divisione su un falso problema non aiuta la sinistra a essere una sinistra di governo e potrebbe condannarla a rimanere minoritaria.
Ma veniamo al merito. L’articolo 18 non regola né i licenziamenti individuali né quelli collettivi, che sono invece normati, rispettivamente dalla legge 166 del 1963 che definisce anche la “giusta causa” e dalla legge 223 del 1991; l’articolo 18, viceversa, regola le modalità di reintegro o di compensazione economica una volta definito l’aspetto principale del licenziamento; ma è sicuramente stato un deterrente, se è vero come è vero, che in tutt’Italia, dal 1970 ad oggi, i casi realmente giudicati in base all’articolo 18 sono stati poche migliaia.
Sono ben altri i temi del lavoro che richiederebbero di essere affrontati, dagli ammortizzatori sociali, al precariato, dalla formazione all’occupazione giovanile e femminile: in altre parole, non si può partire dal tetto (l’art. 18) piuttosto che dalle fondamenta e dimenticare quanti non hanno invece nessuna tutela; in altri termini servirebbe una legislazione che tuteli maggiormente tutti i lavoratori o, per meglio dire, che tuteli il lavoro, anche nelle sue forme del tutto nuove: dallo Statuto dei lavoratori allo Statuto dei lavori è la nostra idea per una moderna riforma del lavoro.
Anche se l’art. 18 riformato è analogo a quanto stabilito in molte altre legislazioni europee in materia, francamente sarebbe stato meglio lasciare le cose come stavano, per non solleticare inutilmente pregiudizi ideologici favorevoli o contrari: non è infatti sicuramente l’art. 18 ad avere creato vantaggi o svantaggi allo sviluppo dell’occupazione, né è ad esso che si possono imputare le debolezze strutturali del sistema Italia e del nostro mercato del lavoro.

IN CASA SOCIALISTA LA ROMAGNA E' COSA FATTA
Lo ha stabilito l’assemblea degli iscritti al PSI di tutte le città romagnole riunita ieri sera -10 ottobre- a Forlì. Con questo atto viene data concreta attuazione a quanto già deliberato, ben due anni fa, dal congresso regionale del PSI che istituiva il coordinamento delle Federazioni romagnole del Partito. Il coordinamento romagnolo del Partito socialista sarà guidato dal ravennate Lorenzo Corelli affiancato dai Segretari di Cesena, Forlì, Imola, Ravenna e Rimini. Un comitato ampiamente rappresentativo delle istanze del Partito, delle realtà territoriali e dell’associazionismo, composto da iscritti e non, ne indirizzerà le scelte politiche e amministrative. Una assemblea molto partecipata e nella quale i tanti intervenuti hanno portato contributi di sicuro interesse sulle necessarie riforme della politica e delle istituzioni e sui temi di maggiore attualità politica e amministrativa locale, in particolare sulla scabrosa vicenda del “Galletti Abbiosi” e su Hera/Acegas. Dopo la presentazione di un libretto sulla storia del Partito Socialista curato dal giovanissimo cesenate Enrico Pedrelli, le conclusioni di Corelli:
“In Romagna dobbiamo curare di più la elaborazione di idee e di programmi, darci conseguentemente strumenti efficaci di comunicazione e, su quella base, riprendere un proselitismo mirato soprattutto ai giovani.” Per quanto riguarda i temi dell’attualità politica Corelli lancia un messaggio a quelli che saranno gli alleati del PSI (PD e SEL) alle prossime elezioni politiche: “Anche a tenere conto delle perplessità emerse nel dibattito, penso comunque di poter dire che questa alleanza dei Progressisti e riformisti ci convince, ma anche che nei rapporti a sinistra per i socialisti la nostra regione è ancora una terra di frontiera, nella quale il rapporto con gli alleati non è proprio soddisfacente e potrebbe perciò non risultare pienamente coerente alle prossime elezioni amministrative.”