EUROPEE 2019. IL RESPONSO È CHIARO.
MA GI
À TRA POCHI MESI SI VOTA PER LA REGIONE E A PRIMAVERA PER FAENZA
(SCARICA LE DUE TABELLE CON I DATI DI SINTESI: QUI LA UNO E QUI LA DUE)

In Italia emerge un quadro nel quale i voti del Pd (22,7%) con l'intero centro sinistra (28,9), anche sommato a quelli delle formazioni alla sua sinistra (31,5), sono sotto di 19-20 punti rispetto al centro destra (50,9) e a questo assieme alla destra estrema (51,4). Un gap che non basterebbero, per colmarlo, neppure tutti i voti degli elettori del Movimento 5 Stelle (17,1%).
Nel Sud e le Isole, dove il voto grillino raggiunge ancora un importante 29-30% e quello del centro destra e della destra insieme si ferma invece 4 o 5 punti sotto il 50%, il centro sinistra assieme alla sinistra raccoglie mediamente appena attorno al 25% dei consensi. Con la complicazione che queste sono aree del Paese dove, tradizionalmente, il voto è condizionato, nella sua mobilità, da fattori più complessi che altrove.
Nel Centro e nel Nord Est d'Italia, dove pure la somma dei voti di centro sinistra e sinistra sommati è più robusta, collocandosi in entrambi i casi attorno al 35,5%, la situazione non è molto dissimile da quella nazionale. Con due differenze importanti però. Più debole il voto grillino (circa il 10%) e più forte quello di centro destra (circa il 54%) nel Nord Est. Il contrario nel Centro, i grillini al 16%, centro destra e destra al 50% o poco più.
Nel nord Ovest, con il centro sinistra più la sinistra attorno al 32%, appena mezzo punto in più che in campo nazionale, il centro destra più la destra al 57%, quasi 6 punti sopra, e i grillini sei punti sotto, all'11,1%, sembra proprio non esserci partita, almeno nell'immediato. Come hanno dimostrato le contemporanee elezioni regionali in Piemonte.

Ma veniamo a noi, alle ormai prossime elezioni regionali
e a quelle comunali di Faenza della primavera 2020

In Regione i consensi sia al centro sinistra sia al centro sinistra più la sua sinistra sono superiori di quasi 10 punti a quelli generali, rispettivamente con il 38 e il 41%, mentre il centro destra, con il 45,8%, è sotto di 5 e, con la destra (46,2), di 4 punti, così come i grillini che, con il 12,9%, sono anche loro sotto di 4 punti dal dato nazionale. Insomma il gap da colmare è, nel peggiore dei casi - la sinistra che contrappone un proprio candidato presidente, la destra coalizzata con il centro destra - il 6%, e nel migliore - nessuna candidatura contrapposta a sinistra, centro destra e destra divisi - il 5%. Come si vede, nell'un caso e nell'altro poco cambia, sempre che si possa contare su un ulteriore sbriciolamento dell'elettorato grillino, e se prevarrà un voto che premi quello che tutto sommato è stato un buon governo della Regione. Un governo della nostra regione di sicuro all'altezza delle pur efficienti regioni del nord governate dalla Lega e dal centro destra, e che anzi in questo mandato ha operato ancor meglio che nel recente passato. Con la differenza, non da poco, che la classe di governo della Lega non sembra proprio della stessa stoffa nè di quella che governa la nostra regione, nè di quella che governa le regioni del nord. Soltanto in un caso la partita sarebbe sicuramente persa, quello nel quale qualche forza politica del centro sinistra dividesse il fronte presentandosi con un proprio candidato presidente.
Per Faenza si possono fare esattamente le stesse considerazioni, in un quadro per altro meno ostico, stante il minor divario sia tra centro destra e centro sinistra sia tra centro destra con la destra e centro sinistra con la sinistra. Un divario modesto e in quanto tale non insormontabile, che qui sta tra lo 0,8 e l'1,8%. Ci si può solo chiedere se a Faenza, attratto dalla Lega, non potrebbe tornare a prevalere il voto dei conservatori che a lungo hanno connotato la sua tradizione democristiana e di centro moderato. O, al contrario, se proprio quella sua tradizione "cristiana" non premi invece il centro sinistra, che dell'inclusione e dell'unità europea fa la sua bandiera.

Un'ultima annotazione
, come potete vedere nelle tabelle con i dati di sintesi, sei comuni capoluogo su nove hanno superato la soglia del 4%. Tra questi Ravenna. Ci sarà tempo per riparlarne.

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