A PROPOSITO DEI 49 MILIONI FRODATI DALLA LEGA. Non saremo certo noi a negare ad altri quello che a noi socialisti fu negato: non seppellire una storia politica per fare giustizia, con gazzarre forcaiole – in senso letterale - come quelle contro di noi, messe in scena proprio dalla Lega persino nelle aule parlamentari. Ci permettiamo soltanto di ricordare alla stessa Lega, che oggi chiede per sé maggiore indulgenza, che ...

CHI SEMINA VENTO RACCOGLIE TEMPESTA

Il governo, mentre licenzia il decreto anti corruzione, che esclude per sempre da qualsiasi rapporto negoziale con la pubblica amministrazione chi compie reati che comportino una appropriazione indebita di denaro pubblico, obbligandolo altresì a risarcire il danno, difende un Partito della sua coalizione, la Lega, che ne ha sottratto ben 49 milioni di Euro.
Due i motivi di questo strabismo giuridico, per giustificare che, in questo caso, il risarcimento del danno non sarebbe dovuto: il primo, che quel Partito ha dalla sua parte il consenso popolare; il secondo, che i suoi dirigenti non sono più quelli dell’epoca dei fatti oggetto della condanna.
Due tesi, in punto di diritto, davvero aberranti
Da una parte, a voler essere pignoli, si potrebbe persino contestare l’assunto del consenso popolare, se si considera che all’epoca dei fatti in esame, la stessa che si pone alla base della seconda contestazione – da allora i dirigenti non sono più gli stessi – la Lega stava attorno a un modesto 4% dei voti!
Dall’altra, sostenere che, siccome i dirigenti non sono più quelli, la Lega di oggi non c’entra, nega in radice la continuità di un soggetto giuridico – società, associazione o società di fatto che sia – affinché in quanto tale risponda delle obbligazioni assunte, con tutte le responsabilità connesse. Sostenere il contrario, come pure si è fatto da parte della Lega, mentre la stessa sfidava i giudici a occuparsi piuttosto dei fatti ben più gravi del crollo del ponte di Genova, è davvero illuminante di un ragionamento insensato. Paradossalmente, sarebbe come dire che se Autostrade per l’Italia cambiasse tutti i propri gruppi dirigenti, non dovrebbe più rispondere in quanto tale delle proprie eventuali responsabilità, ferme restando, ovviamente, quelle individuali dei singoli in ragione delle loro mansioni.
Del resto, la Lega non si è mai costituita come parte lesa contro quei vecchi gruppi dirigenti, preferendo non disconoscerli né abbandonarli al loro destino, al contrario della Margherita che invece lo fece contro i suoi. Eppure, anche la Lega avrebbe tutto l'interesse a farlo: rimarrebbe la destinataria della condanna, ma potrebbe rivalersi in seconda istanza sul patrimonio di quegli stessi dirigenti.
In tempi meno recenti, altri, come il Partito Socialista, hanno addirittura dovuto abbandonare la vecchia “casa” e lasciare che i creditori ne aggredissero gran parte del patrimonio, molto spesso precedente - anche di molti decenni – ai fatti corruttivi contestati o accertati.
In realtà, se il governo che licenzia un decreto anti corruzione tanto severo con i privati, fosse coerente e in buona fede, dovrebbe dimostrarsi ancora più rigoroso verso soggetti di rilevanza pubblica quali sono i Partiti. Se fossero capaci di ridere di sè stessi e del loro giacobinismo parolaio, potrebbero stabilire per i Partiti e i movimenti politici una pena equiparabile a quella prevista dal decreto per i soggetti privati e le società: ad esempio, perché no, addirittura l'esclusione dalle competizioni elettorali!
Certo, il decreto non manca di mettere sotto la lente di ingrandimento anche i Partiti e le fondazioni politiche, ma chi ci dice che poi, quando dovesse toccare agli amici del governo, non verranno di nuovo cambiate le carte in tavola?
Non si può che essere sospettosi, viste le menzogne che scrivono quei giornalisti che sono usi praticare lo sport nazionale di andare sempre in soccorso ai vincitori di turno. Un bel oplà e via cianciando, ed ecco servita la falsa prova regina che la Lega, a sentir loro, sarebbe perseguitata: non era mai successo che fossero confiscati i denari di un Partito, affermano senza sapere quel che dicono. Ma ai socialisti successe proprio anche questo. Purtroppo c'è da temere che si tratti di un mix di ignoranza e malafede: ignoranza figlia di un tempo che non riconosce il valore della professionalità; malafede che premia i furbi che se ne vantano senza vergogna. In un caso o nell'altro, di sicuro c'è di che preoccuparsi, e molto. 
Intanto stiamo a vedere se la Lega, condannata al risarcimento e quindi a rinunciare al maltolto, potrà evitare di decidere se costituirsi parte lesa per rivalersi almeno in parte sul patrimonio dei vecchi dirigenti, e magari cambiare pure ragione sociale per evitare il peggio.

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